Seconda passeggiata sotto le stelle a Chiaramonte: i luoghi di Vincenzo Rabito

Aveva 69 anni Vincenzo Rabito, “ragazzo del ’99”, quando decise di iniziare a raccontare la sua vita, affidando alla fedele “lettera 32” l’autobiografia di chi aveva vissuto il duro lavoro nei campi, la fame, il dramma di una generazione durante la Prima guerra mondiale, l’emigrazione in Germania, gli anni del boom, gli anni ’60 e ’70, il difficile rapporto con la suocera, l’amore per i tre figli, fatti studiare come riscatto della «descraziata vita passata!». In quelle “pacene”, ben sette quaderni rilegati con un filo di corda, l’humus di “Terra matta”, il racconto della vita di un uomo che credeva nella vita, riportato con un’umanità piena, sanguigna, dall’infinito potere di coinvolgimento, fatta di dolore, rabbia, ma anche di tenerezza e dolcezza del ricordo. Uno straordinario caso letterario, capace di umiliare il rischio dell’essere di moda con il suo essere unico, con la sua capacità di poter piacere o non piacere ma di non lasciare comunque indifferente il lettore, in prima linea con l’autore nella condivisione della vicenda narrata, lunga buona parte del nostro Novecento. Logica e sicuramente apprezzabile la scelta di fare di “Terra matta” il leit motiv della seconda (di cinque) “Passeggiate sotto le stelle” promossa dallo storico chiaramontano Giuseppe Cultrera e dalla Pro Loco, col patrocinio del Comune, il supporto di alcuni sponsor e il sostegno della comunicazione a cura del villaggio turistico Athena resort. A raccontare dei luoghi e del padre il figlio Gaetano, i “passaggi” musicali di in un Martina Occhipinti e Giovanni Frasca e l’attore Roberto Nobile, voce narrante dello splendido docufilm di Costanza Quatriglio. Un percorso della memoria, dall’abitazione di Vincenzo Rabito in un vicolo alla chiesa di S.Giovanni, alla società di lavoratori alla chiesa del Ss. Salvatore, frutto e merito di un’iniziativa che ha unito l’odore intenso e persistente dei tempi che furono con la valorizzazione dei luoghi, impostata su di un cantore e custode di un’epoca, della quale è stato insieme testimone e umanissimo “marcatore”.

di Lina Giarratana09 Set 2017 19:09
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