Dipasquale (M5S) si dimette da consigliere. Fare politica non è come fare una partita di calcetto

Un altro pezzo se ne va, di certo non un pezzo da novanta, non una colonna portante, non un punto di riferimento per la squadra di Piccitto e per la città, anzi, ma il dato è incontrovertibile: in tre anni di governo, i 5 Stelle non riescono proprio a trovare pace.
Tra meetup che si sdoppiano e poi scompaiono, tra defezioni e cambi di casacca, tra rimpasti e rimpastini, tra accuse e ripicche di ogni genere (vedi Sigona, Gulino e lo stesso Dipasquale), il Movimento 5 Stelle non riesce proprio a trovare un suo equilibrio.
Ma la colpa di chi è? Di Piccitto? Dei suoi mille assessori? Di Ragusa che non capisce questa rivoluzione strisciante o dei consiglieri (di maggioranza o di opposizione, non importa) che proprio non vogliono bene alla nostra città?
Sì, forse, anzi no! La colpa è solo dei grillini e del loro leader, naturalmente, reo di aver illuso, irretito, abbindolato tutta questa gente con una serie di favole, di raccontini e di slogan, buoni solo ad animare l’ultima sagra, dell’ultimo paesello della nostra amata Italia.
Questo esercito di consiglieri, di assessori e di sindaci, che, da un giorno all’altro, si è trovato catapultato, senza sapere neanche bene il perché, in questa o in quella amministrazione pubblica, ha dovuto ben presto fare i conti con la realtà: la politica. Una realtà complessa, dura, feroce e traumatica, che nulla ha a che vedere con gli spettacolini teatrali di Grillo o con l’iscriversi ad un blog o ad una pagina Fb, da dove poter pontificare su tutto e su tutti. No, la politica è una cosa seria e pian piano se ne stanno accorgendo.
Sarebbe opportuno consegnare a questi neofiti della politica, ancor prima che prestino giuramento, ma è solo un vano anelito, un decalogo ed un glossario, così per evitare magre figure e, soprattutto, per non far perdere tempo a chi, invece, ha ben chiaro il ruolo del politico e della politica.
Senza dilungarci troppo, potremmo immaginare un bignami nel quale venga spiegato a chiare lettere, che fare politica non è come andare a fare una partita di calcetto o un picnic, che le rivoluzioni son cosa seria, che non si fanno da dietro un pc, che una rivoluzione necessita di un supporto teorico, filosofico e morale rigoroso ed autosufficiente, un sistema di pensiero ossia un costrutto lontano anni luce dai “Vaffa” tanto in voga ultimamente, che, come novelli totem, sono riusciti ad attrarre a sé frotte di sognatori dell’ultima ora. Ma ancora, bisognerebbe far capire a questa gente che fare politica a livello locale consta più oneri che onori, non ci sono soldi, non c’è gloria, non c’è fama, non c’è riconoscimento, ma solo studio ed impegno, notti insonni e mal di pancia ed inoltre infinite riunioni dove praticamente non si decide quasi mai nulla. Fare il consigliere o l’assessore, significa primariamente accantonare i propri affetti, i propri hobbies, il proprio lavoro, solo per provare a raggiungere qualche risultato, la cui bontà, andrebbe anche questo ricordato, non è quasi mai oggettiva. In sintesi: fare politica significa decidere, significa scegliere, e ciò comporta immancabilmente il fatto di scontentare qualcuno. La politica, lo avevano già capito i greci più di 2000 anni fa, è primariamente dialettica e questi signori di dialettica non ne sanno assolutamente nulla.
Dipasquale è l’ultimo dei dissidenti, non è chiaro il reale motivo delle sue dimissioni, dimissioni su cui si vociferava da tempo, come si vocifera sulle sorti politiche di Dario Gulino, tra i più assenti in Consiglio e tra i i più critici nei confronti dell’Amministrazione Piccitto. Al posto di Dipasquale salirà Maria Rosa Marabita con i suoi 40 voti. Ennesima gatta da pelare per Piccitto & Co.? Può essere, la Marabita è tra i fondatori di quel secondo meetup, Ragusattiva5stelle, veri e propri dissidenti, un tempo si sarebbe detto massimalisti, da sempre in aperto contrasto con Piccitto e le sue politiche.

di Redazione08 Set 2016 12:09
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