Turismo. Ragusa non è New York, ma neanche un paesino disperso tra le Alpi

Nell’ultima seduta del Consiglio comunale il sindaco Piccitto ha risposto piccato alla denuncia, portata in Aula dal consigliere D’Asta, in merito alla vicenda in cui sono incappati due turisti stranieri rimasti di notte a Ibla, perché non sono riusciti a trovare un taxi.
Il sindaco si è difeso ed ha difeso il servizio di Radio Taxi, dicendo che Ragusa non è New York e perciò il servizio non può essere garantito 24 ore su 24. Se per questo, aggiungiamo, Ragusa non è neppure Roma o Firenze e quindi? Certo seguendo la linea di pensiero del Primo cittadino non è poi così illogica la sua risposta, in economia l’offerta la si modella sulla domanda e se questa non esiste, nella maggior parte dei casi, è inutile provarla a soddisfare, infatti un tale atteggiamento sarebbe giudicato antieconomico. Ma il ragionamento da fare è semplicemente un altro: Ragusa vuole vivere di turismo o no? Perché se la risposta è sì, perché se ci inorgogliamo per i flussi turistici che crescono di anno di anno, allora dobbiamo comportarci di conseguenza e perciò abbiamo il sacrosanto dovere di rispettare i turisti e le loro esigenze ossia dobbiamo fornirgli tutti quei servizi che un turista si aspetta di trovare in una città. Non è ammissibile, in ultima analisi, se realmente si vuol scommettere sul turismo come uno degli elementi caratterizzanti della nostra economia, che un visitatore, italiano o straniero che sia, lasci la nostra terra con un cattivo ricordo. Nessuno dovrà tornare nella sua città e parlare male di Ragusa. Il turismo è fatto di storia, delle bellezze architettoniche e paesaggistiche, delle ricchezze enogastronomiche, ma è fatto anche di ospitalità, facciamocene una ragione.
Potrà essere antieconomico, a qualcuno potrà sembrare pure assurdo, ma bisogna garantire un servizio taxi 24 su 24, 7 giorni su 7, su tutto il territorio comunale ed ovviamente non a prezzi esorbitanti, è così. Perché se è vero che non siamo New York o Roma o Firenze, è anche vero che non siamo un paesino, di poche anime, disperso tra le Alpi.