Il caso Sigona e i cortocircuiti cerebrali degli insospettabili
Aggirarsi per i gruppi e certi profili ragusani (e non) sul social network più celebre dopo l’esplosione del ‘caso Sigona’, ormai di portata nazionale, provoca gli stessi sintomi della labirintite: ansia cronica, vertigini, nausea. Un generale senso di straniamento, la convinzione di aver sempre sbagliato nella percezione della realtà e, alla fine, vien da chiedersi “Sono impazzito o veramente le persone non hanno più il senso della misura?”. Secondo me è colpa dello strumento social che, ponendo diversi tipi di distanza tra chi produce un contenuto e chi lo riceve, fa perdere alle persone quel naturale pudore che le difenderebbe da inutili brutte figure. Non dovendosi confrontare dal vivo con l’interlocutore, il facebookiano tipo approfitta della situazione per spegnere il cervello e, nel migliore dei casi, spararla grossa. In altri, addirittura, vien fuori la vera natura di alcuni insospettabili. Insomma, il ‘caso Sigona’ ha generato un certo numero di cortocircuiti cerebrali anche da parte di chi proprio non ti aspetti. Tralasciando quelle decine e decine di commenti disseminati nella rete da quanti, privi di ruoli politici o sociali di alcun tipo eccettuato quello di semplice cittadino, ammettono con disarmante convinzione di essere dalla stessa parte dell’ormai ex grillina – sarebbero tutti nomi da appuntare per confrontarli con future liste elettorali – con sorpresa abbiamo notato interventi da far cadere le braccia, oltre che la faccia, da parte di chi per il proprio ruolo dovrebbe riflettere molto ma molto di più prima di cominciare a pigiare sulla tastiera. Eccone alcuni che ho scelto a mo’ di esempio.
Il consigliere Manuela Nicita (che del M5S faceva parte prima di confluire nel Lab 2.0) ha difeso la collega perché bersaglio della ‘gogna mediatica’ e del pubblico linciaggio. Proprio lei che deve la sua elezione al M5S che, a sua volta, di quella gogna e degli attacchi via web agli avversari ha fatto strumento principale di propaganda e lotta politica.
Stupisce non poco il presidente del Lab 2.0, Claudio Castilletti, che minimizza l’affare Sigona.
Ci sono problemi più gravi? No, più urgenti forse, più gravi non crediamo, diciamo che fatti i dovuti distinguo da un punto di vista etico e uno pratico, alcuni stano sullo stesso piano. E poi: la Sigona non è l’unica? Presidente Castilletti, mentre ci siamo, chi sono gli altri? Non continuiamo nell’errore di tacere.
Assoluto sbigottimento, invece, suscitano le parole del sindacalista Ugl Pippo Cappello, che commentando proprio un nostro articolo, prima parla di ‘caccia alle streghe’, poi, dopo aver definito tutti gli italiani come ‘inetti’ dice a quelli che non riescono a comprendere le posizioni della Sigona che il loro punto di vista è ‘insulso’. In conclusione, non contento, lascia intendere in modo abbastanza palese di condividere il pensiero del consigliere ‘vittima’, quindi, della voglia di giustizia sommaria di questi ‘incapaci’ che ‘non hanno mai studiato la storia’. Ecco, a questo punto, le dichiarazioni di un sindacalista, tra il 25 aprile e il primo maggio, lasciano senza parole per un po’.
Niente. Deve essere andata così: siccome ad alcuni non piace sembrare conformisti, e questo riesco anche a capirlo, preferiscono prendere sotto gamba fatti gravissimi pur di poter dire la propria, anche se è una totale, incontrovertibile, bestialità.
Al consigliere Nicita e al sindacalista Cappello andrebbero ricordate così tante cose che davvero non so da quale cominciare. Per esempio che se loro, come il sottoscritto, sono liberi di poter dire le proprie castronerie in ogni dove senza essere presi a manganellate poco dopo è perché non c’è più il Fascismo. La differenza tra la caccia alle streghe e non tollerare l’apologia del Fascismo è che le streghe non sono mai esistite… Mentre il Fascismo è stato reale. Queste cose, sui libri di Storia, io le ho trovate nel corso della mia “breve e inutile vita” e dovrebbe averle lette anche Cappello, la cui presenza su questo piano di esistenza è accertata da più tempo della mia. Sull’utilità lascio valutare altri.
In fine, lo ripetiamo: il punto non è che la Sigona sia, creda di essere fascista, professi il Fascismo o altro, chi se ne frega!, può fare quello che vuole, ma non è tollerabile che lo faccia da Consigliere comunale proprio in virtù di quella Democrazia e libertà di pensiero che tanto vanno sbandierando. Non è difficile.
Ragionamento a parte per Claudio Castilletti che, a sua insaputa, rappresenta il simbolo di tutta la vicenda perché ha commesso lo stesso errore dei grillini ragusani: fare spallucce. Vero è che in città ci sono tanti e tali problemi che c’è solo l’imbarazzo della scelta. Ma non possiamo permetterci di derubricare questo episodio a innocua marachella perché così non è. Colpevoli tutti, anche noi, di aver saputo, chi più e chi meno, e non aver parlato prima sulla natura politica di un rappresentante delle istituzioni che, evidentemente, ha tradito e continuerà a farlo ogni giorno il giuramento proferito in Consiglio Comunale, almeno fin quando continuerà a ricoprire una carica pubblica.
Un consiglio per tutti, però: siate meno social, vi sarà di giovamento.