“T’ammazzo ed io finirò in galera, non mi interessa”. La Polizia per fortuna lo ferma in tempo
La Polizia di Stato ha tratto in arresto per detenzione di arma clandestina e alterata, e porto di oggetti atti ad offendere Donzella Piero nato a Scicli il 7..7.1976 ivi residente.
Martedì mattina, la donna, dopo aver cercato aiuto invano nel suo paese, si determina a recarsi presso gli uffici della Sezione specializzata Reati Contro la Persona della Squadra Mobile di Ragusa.
Non appena ha fatto ingresso ha trovato personale femminile specializzato che ha subito preso in carico la vittima illustrando il percorso che avrebbe dovuto seguire e l’assistenza prevista dai centri antiviolenza che hanno stretto un accordo con la Polizia di Stato in provincia di Ragusa.
Dal racconto della vittima emergeva subito una grande paura che l’uomo potesse ucciderla, questo perchè le minacce erano continue e quotidiane, tali da incutere un timore permanente.
Durante il racconto la vittima riceveva telefonate continuamente e l’uomo che l’aveva seguita era a conoscenza che la donna si trovasse presso gli uffici della Squadra Mobile di Ragusa, tanto da chiederle di non denunciare nulla che lui voleva solo stare con lei.
Donzella nel fare le sue promesse d’amore aveva dimenticato tutte le botte e gli insulti ai danni della moglie ed in presenza, il più delle volte, dei figli.
Considerato il racconto e quindi la descrizione di un uomo particolarmente aggressivo, gli Ufficiali ed Agenti di Polizia Giudiziaria della Sezione specializzata, decidevano di intervenire tempestivamente a Scicli presso l’abitazione dell’uomo, che nel contempo avendo capito di essere stato denunciato si era nascosto in casa sotto al letto.
Non appena intervenuti, l’uomo asseriva che quanto denunciato dalla moglie non fosse vero che lui era una persona tranquilla e che le avrebbe mai fatto del male.
Nel marsupio che Donzella aveva a tracolla, vi era un coltello di enormi dimensioni ed a “molletta” ovvero con apertura a scatto, arma che non ha motivo di portare in quanto panettiere e quindi non idonea per lo svolgimento delle proprie mansioni. Visto quanto rivenuto durante un semplice controllo degli effetti personali, si decideva di estendere la perquisizione all’abitazione dove Donzella viveva ancora con la vittima ed i figli. La perquisizione, con somma sorpresa anche degli operatori, ha dato un esito completamente diverso rispetto a quanto continuava a dire l’uomo, ovvero che non c’era nulla da cercare e che il coltello lo portava per paura di essere aggredito; difatti è stata rinvenuta una pistola perfettamente funzionante calibro 9, modificata e clandestina. Unitamente all’arma c’erano diverse munizioni, alcune delle quali con spiccate potenzialità offensive in quanto cartucce in grado di perforare anche la carrozzeria di un’auto.
Al termine della perquisizione Donzella è stato tratto in arresto e condotto in carcere, mentre la donna è stata segnalata ai centri antiviolenza che l’assisteranno nel proseguo dell’iter che ha scelto di percorrere, quello della denuncia e quindi di interrompere le violenze subite.
Dalla breve attività d’indagine è emerso che la vittima ed i figli vivevano in casa in un momento particolarmente delicato della loro vita, quello della separazione non accettata dal marito, insieme ad un soggetto costantemente armato.
Donzella avrebbe potuto commettere un gravissimo reato se la donna non avesse trovato la forza di affidarsi alle donne ed agli uomini della Squadra Mobile, appositamente formati per gestire casi familiari così delicati, eliminando il possesso di queste armi.
La Procura della Repubblica che coordina le indagini sta già valutando l’attività investigativa della Polizia di Stato, così da adottare una misura idonea per la tutela della vittima, dei figli ed anche di recupero dello stesso arrestato.
“La Polizia di Stato, grazie alla collaborazione della vittima, ha potuto scongiurare eventi tragici dettati dalla violenza di un uomo pronto a tutto ed armato di pistola e coltello. Senza la denuncia della donna, la Squadra Mobile non avrebbe mai saputo della pericolosità di quest’uomo e quindi non avrebbe perquisito la sua abitazione trovando le armi. E’ fondamentale che si instauri questo rapporto di affidamento delle vittime alla Polizia di Stato, solo così, ed insieme, è possibile prevenire eventi delittuosi gravissimi. Importantissimo per la Squadra Mobile risulta essere la rete creata con i centri antiviolenza e le vittime, così da permettere un iter non solo giudiziario ma anche di assistenza personale, economica e psicologica”.