Piano paesistico violato? Legambiente chiede l’ispezione della Regione

Legambiente Sicilia ha chiesto oggi, all’Assessorato regionale ai Beni culturali, una immediata ispezione straordinaria alla Soprintendenza ai Beni culturali di Ragusa. La richiesta è stata avanzata per accertare tutte le violazioni del piano paesaggistico e ripristinare le condizioni di legalità. Per Legambiente sin dalla fine del 2010, anno in cui è stato adottato il piano paesaggistico di Ragusa, la Soprintendenza ha violato sistematicamente alcune norme. In particolare l’associazione ambientalista denuncia il mancato rispetto di 4 articoli.
L’art. 36 Fascia di rispetto costiera. Nella denuncia Legambiente sottolinea che la Soprintendenza ha approvato, in barba alle norme, opere a mare per la difesa dell’erosione marina che prevedono scogliere artificiali e frangiflutti in diversi comuni della provincia, per ultimo ad Ispica.
L’art. 42 Costruzioni sparse ad uso rurale e residenziale turistico. Fino a marzo 2013, la Soprintendenza ha autorizzato villini in zona agricola senza richiedere la preventiva asseverazione, cioè senza controllare che la costruzione fosse collegata alla conduzione agricola del fondo. Con questo escamotage sono state costruite decine di ville in campagna, per alcune delle quali il Comune di Ragusa ha accertato la lottizzazione abusiva.
L’art. 25 5e Paesaggio della fascia costiera di Riviera di Camarina – Foce del fiume Ippari, Passo Marinaro e Branco Piccolo. Paesaggio della Riserva di Pino D’Aleppo, paesaggio della Riserva di Cava Randello. Area archeologica di Camarina. Legambiente denuncia che nel marzo 2014, la Soprintendenza ha rilasciato un nulla osta per la costruzione di uno stabilimento balneare in zona di tutela 3 presentato dal Donnafugata Golf Resort che, invece, andava negato in quanto le strutture dello stesso stabilimento, per stessa ammissione della società, erano opere non precarie e non amovibili.
Infine, l’art. 29 9b Paesaggio naturale e agrario a campi chiusi del basso corso del fiume Irminio e Pizzillo. Nel novembre 2014, la Soprintendenza ha rilasciato due autorizzazioni per la ricerca di idrocarburi che sono notoriamente impianti produttivi e non sono previsti nell’art. 22 della l.r. n. 71/78.
Per Mimmo Fontana e Gianfranco Zanna, rispettivamente presidente e direttore regionali di Legambiente Sicilia, “occorre porre fine a questo stato di cose e ripristinare la legalità in un territorio di straordinaria bellezza”.

di Redazione02 Set 2015 10:09
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