Come rifiutare 2 milioni di dollari e… vivere felici
Riportiamo dal sito www.lamacchinadeltempo.eu
Non capita tutti i giorni di vedersi rifiutare una donazione. Se poi si tratta di un paio di milioni di dollari e a rinunciarvi è una delle nostre istituzioni più in difficoltà, come ad esempio la Sanità siciliana, la notizia merita senza dubbio la prima pagina.
Ma vediamo nei particolari cosa è accaduto. Pippo Giuffrè è un ragusano doc, andato via dalla sua città nel lontano 1958, che grazie ai suoi sforzi e alla laboriosità della sua famiglia è riuscito a fare fortuna nella Grande Mela, operando nel settore delle concessionarie automobilistiche.
Diventato quasi un mito per chi è rimasto a casa e facendo da punto di riferimento per tutti coloro che si sono avventurati alla ricerca del sogno americano, Pippo, però, non ha mai rinnegato le sue origini, anzi. In ogni occasione, ha cercato di rafforzare il legame tra Brooklyn, dove vive ed opera, e la terra dei suoi avi.
Lo ritroviamo, così, a New York, tra i fondatori prima e presidente poi, della Associazione Figli di Ragusa che in alcuni momenti ha riunito più di 700 soci tutti rigorosamente emigrati dalla nostra zona. E proprio da quella testimonianza di ragusanità sembra sia nata, nella mente dell’allora sindaco Franco Antoci, l’idea del premio “Ragusani nel Mondo” che oggi, giunto alla 21 edizione, dà riconoscimenti a quegli Iblei di nascita o di origine che si sono distinti in vari campi.
E Pippo Giuffrè, che è stato il primo dei premiati, appunto 21 anni fa, per il suo dichiarato attaccamento alla terra ragusana, ora desidera lasciare un altro segno, qualcosa che valga per le generazioni future come ricordo, non suo personale, ma a nome di tutti i ragusani d’origine che a New York hanno vissuto e lavorano con successo.
Viene fuori, così, un’idea che sembra davvero eccellente: l’Associazione dei Figli di Ragusa, a Brooklyn, è proprietaria dello stabile dove ha la propria sede, un palazzotto di due piani, più bassi, in una strada fra le più ambite della metropoli americana, insomma un capitale di un paio di milioni di dollari.
Il direttivo decide, senza alcuna esitazione, di donare lo stabile ed il suo contenuto, direttamente alla città di Ragusa, non a una istituzione benefica qualunque, ma all’ospedale, in questo caso all’Asp, nella certezza che loro sapranno ben utilizzare i fondi recuperati una volta venduto il bene.
In cambio si chiede soltanto la posa di una targa commemorativa nella quale si spieghi che quella certa opera, quella particolare attrezzatura o anche solo una stanza, magari nel nuovo ospedale, è stata realizzata con i fondi donati dai Figli americani.
Ma si tratta pur sempre di un atto legale che necessita di parecchi passaggi burocratici prima di arrivare alla firma della donazione ufficiale.
Giuffrè queste cose le sa bene e per accelerare l’iter, qualche mese fa, incarica un avvocato ragusano di prendere i giusti contatti, preparare le carte e stabilire un incontro con i vertici dell’azienda sanitaria per definire la questione.
La trattativa va avanti con telefonate varie e intanto Pippo arriva nella sua Ragusa per partecipare come ospite d’onore all’edizione 2015 dei Ragusani nel Mondo e, approfittando dell’occasione, il suo avvocato fissa un appuntamento con il dott. Aricò direttore generale dell’Asp 7 per lunedi 3 agosto 2015, alle ore 12.
Ed eccoci all’inaspettato epilogo. Giuffrè accompagnato dall’avv.Michele Sbezzi si reca, puntualissimo, come è sua abitudine, in Piazza Igea dove ha sede la direzione dell’Asp.
Il dott. Arico li incontra subito, trovandosi già nell’androne per salutare un importante politico locale e, dopo le presentazioni di rito, invita gli ospiti a seguirlo al primo piano dove ci sono gli uffici direzionali.
A quel punto il manager, inaspettatamente, si allontana entrando nella sua stanza e lascia Giuffrè e l’avvocato, in piedi, nella saletta circolare che funge da disimpegno al centro di quello che, una volta, era conosciuto come il “sanatorio” di Ragusa.
Passa più di una decina di minuti e una gentile signora informa i nostri due amici che il dott. Aricò è, al momento, molto impegnato e li invita ad accomodarsi nella piccola sala d’attesa, più defilata.
Passano altri minuti, 10, 20, forse mezzora, ma a quel punto Pippo Giuffrè, orgoglioso come tutti i ragusani fatti con un altro stampo, decide di averne avuto abbastanza e se ne va senza dire niente a nessuno confortato nella scelta dall’incredulo avv. Sbezzi. Nessuno li ferma, nessuno li cerca se non un amico dell’avvocato, dirigente dell’Asp a conoscenza del progetto, che telefona per chiede se tutto si è svolto nel migliore dei modi. Appena a saputo dell’accaduto l’alto funzionario si scusa, dichiara il suo disappunto, ma nulla di più.
Pippo Giuffrè torna in albergo amareggiato, non riesce a capire come si possa rifiutare, non a parole, ma nei fatti, un gesto generoso e disinteressato come quello che i Figli di Ragusa avevano in animo di fare e decide di raccontare a tutti questa storia. Speriamo ora che i due milioni di dollari arrivino comunque nella nostra provincia perché, di fronte alla insensibilità delle istituzioni, anche di quelle più chiacchierate, ci sono tante organizzazioni davvero benefiche che sapranno come impegnare quei fondi per il bene di tanti cittadini ragusani bisognosi.