Rifiuti, atto comunale illegittimo per ANAC, Mauro (FI): “Un’interrogazione per fare chiarezza”
“Quanto segnalato dalla Autorità Nazionale Anticorruzione in merito alla liceità del bando per la ‘elaborazione del piano di intervento del nuovo progetto esecutivo del servizio di raccolta integrata dei rifiuti per la relativa gara d’appalto’ è assai grave e impone una verifica immediata”. Lo dichiara il senatore Giovanni Mauro, di Forza Italia, che aggiunge: “Nonostante l’Anac abbia espresso il suo parere di illegittimità sull’atto, l’Amministrazione comunale di Ragusa ha deciso lo stesso di procedere accampando la più sciocca delle scuse: il parere non è vincolante”.
“Anche se il parere, richiesto da un’impresa che non ha potuto partecipare al bando proprio perché ritenuto troppo restrittivo – continua Mauro – veramente non fosse vincolante, ciò non lo renderebbe meno autorevole e, a mio avviso, un’amministrazione comunale che della legalità vorrebbe fare il proprio fiore all’occhiello dovrebbe tenere quella opinione nella dovuta considerazione. Chiaramente, pur venendo ignorato dal Comune di Ragusa, il parere rimane uno strumento a disposizione della ditta illegittimamente esclusa dalla partecipazione al bando per poter fare ricorso. Non si capisce, quindi, come mai un’amministrazione pubblica decida di ignorare il parere di un’autorità amministrativa indipendente, con poteri di vigilanza, pur consapevole che procedendo nell’affidamento del servizio si esporrebbe ad una fallimentare battaglia legale contro un possibile ricorrente”.
“Per queste ragioni – spiega il senatore – ho deciso di presentare un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’Interno per far luce sulla faccenda e comprendere come sia possibile che la posizione espressa dall’Autorità Nazionale Anticorruzione, su esplicita richiesta di un privato per tutelare i propri diritti in un bando pubblico, possa non essere vincolante per un Comune”.
“Naturalmente, se il Comune, così come si mormora e come io stesso auspico e suggerisco, decidesse oggi di sospendere l’atto di affidamento in autotutela – conclude Mauro – resterebbe da spiegare come mai sarebbero stati necessari quasi quattro mesi per arrivare a questa ovvia conclusione e perché proprio dopo che la questione, giustamente sollevata da alcuni consiglieri d’opposizione, ha ottenuto riscontro sulla stampa. Forse si sperava che questo episodio sarebbe passato inosservato?”.