Basket f: decima vittima del serial winner Passalacqua
Magari l’ultima bomba mentre partiva la sirena, dopo sei secondi di “non belligeranza” assoluta figlia della resistenza ospite finalmente domata dopo aver sudato il sudabile, è stata troppo per un Cus Cagliari davvero tostissimo: in parte per suoi meriti (tra i maggiori le ex di casa Milica Micovic e Agnese Soli),in parte perché proprio non era una gran serata per le aquile prime della classe, ma le attenuanti non mancavano (vedi, ad esempio, gli acciacchi di Ashley Walker). Può essere, capita. Però soltanto alle grandi squadre, che non sono mai tenere e se ne fregano altamente di esserlo, in una parola sono fatte a modo loro: a volte non brillano, altre volte sbagliano cose che di solito non sbagliano, altre volte ancora lasciano troppo larghe le maglie della difesa (diciamo così?), ma alla fine vincono sempre. O quantomeno, come nel caso delle “nostre”, vincono le prime dieci partite su dieci. Il che, è bene metterlo subito in chiaro, non è facile, anzi, non lo è proprio, e a prescindere dall’avversario: vincere ogni gara è una grandissima impresa, non dovrebbe dare quel senso di assuefazione che porta qualcuno a non farsi vedere al PalaMinardi con la scusa che “tanto vinciamo sempre”. Il fatto che la tua squadra vinca sempre dovrebbe, se mai, spingerti ad accorrere in massa per festeggiarla, vivere una serata di gioia tranquilla che non mette in pericolo le coronarie, godersi una partita all’insegna del divertito relax: di sicuro non consigliarti “questa posso evitarmela”. Perché per una squadra il suo pubblico è come l’acqua per la piantina sul balcone della cucina, se non l’annaffi la fai diventare “piantina a rischio”. Capito mi hai? (onore a Cagliari…). Chiusura con due parole sulla gara, non bella, lenta di ritmo, molti errori, terna arbitrale non da urlo e capolista che non è mai riuscita a staccare le avversarie. Però anche una capolista che appena raggiunta ha cambiato immediatamente tutto e calato la saracinesca in difesa, che ha infilato sei punti contro zero in settanta secondi, che ha messo le cose in chiaro nel momento esatto in cui era davvero necessario farlo. E che ha abbattuto a meno venti le speranze ospiti come fossero sarde (che spirito…) o masculino preso in pescheria, rendendo certa la vittoria, tanto faticata ma indubbiamente meritata. In fondo contava soltanto questo, per cui direi che essere stati sempre avanti e aver avuto una reazione strepitosa appena raggiunti, basti. Basta, basta, avanza anche: certe volte bisogna accontentarsi della “semplice” vittoria, a maggior ragione se qualche ragazza non era al meglio e se la domenica successiva si va a Venezia, avversaria sicuramente “umana” ma soltanto come nome dello sponsor. Tabellino: : Ivezic 12, Gorini 8, Cinili, Mauriello ne, Galbiati 10, Walker 6, Gonzalez 1, Bennardo ne, Nadalin 11, Sorrentino ne, Valerio, Pierson 24. Allenatore Molino.