Chiaramonte. Laboratorio d’architettura, stasera la lezione dell’arch. Coenen

Vanno di pari passo, in ques­ta fase del LA­BO­RA­TO­RIO IN­TER­NA­ZIO­NA­LE D’AR­CHI­TET­TU­RA, la fase pro­get­tua­le, af­fi­da­ta a ben 70 stu­den­ti d’ar­chi­tet­tu­ra con il sup­por­to di di­ver­si do­cen­ti, e quel­la degli in­con­tri con al­cu­ni dei gran­di ar­chi­tet­ti con­tem­po­ra­nei.
Nel ciclo degli in­con­tri pro­prio ieri sera è toc­ca­to a Luigi Sno­z­zi, ar­chi­tet­to svi­z­ze­ro ti­ci­ne­se. All’in­ter­no della scuo­la di Lo­san­na ha la­s­cia­to trac­ce in­de­le­bi­li, ri­co­nos­ci­bi­li gra­zie alla pre­sen­za di al­cu­ni suoi al­lie­vi in varie sedi delle scuo­le di ar­chi­tet­tu­ra eu­ropee. È stato vi­si­ting pro­fes­sor in nu­me­ro facoltà di ar­chi­tet­tu­ra di re­spi­ro in­ter­na­zio­na­le, come l’ETH di Zu­ri­go, L’Università di Gi­ne­vra e lo SCIARCH, oltre che in al­cu­ne facoltà ita­lia­ne come Al­ghe­ro e Tries­te. La de­scri­zio­ne del la­vo­ro di Luigi Sno­z­zi può si­cu­ra­men­te es­se­re ri­con­dot­ta all’ap­pro­fon­di­men­to di al­cu­ni as­sun­ti teo­ri­ci dei gran­di mae­s­tri dell’ar­chi­tet­tu­ra mo­der­na come Le Cor­bu­sier, sull’uso del ce­men­to come pie­tra ar­ti­fi­cia­le in grado di as­seg­na­re va­lo­re poe­ti­co alla cos­tru­zio­ne.
Nelle ar­chi­tet­tu­re di Luigi Sno­z­zi è evi­den­te il fine ul­ti­mo di en­tra­re nel lungo e lento pro­ces­so di mo­di­fi­ca­zio­ne del ter­ri­to­rio, at­tra­ver­so un’is­tan­za etica se­con­do cui è sem­pre ne­ces­sa­ria l’at­ten­zio­ne verso il luogo e la comunità in esso in­se­dia­ta. Sno­z­zi è stata ac­col­to da una pla­tea di stu­dio­si e ar­chi­tet­ti che hanno se­gui­to la sua dotta le­zio­ne, sup­por­ta­ta da tante im­ma­gi­ni e ri­fles­sio­ni.  Nei suoi “afo­ris­mi”, tanto uti­li­z­za­ti per ren­de­re più evi­den­te il suo pen­sie­ro, nei fatti ha trac­cia­to il ma­ni­fes­to dell’in­evi­ta­bi­le e ne­ces­sa­ria autoreferenzialità dell’ar­chi­tet­tu­ra. E per­tan­to, di­mos­tran­do un pro­fon­do in­ter­es­se per l’ana­li­si sto­ri­ca e mor­fo­lo­gi­ca del sito, tanto da con­si­de­rar­la spes­so fat­to­re de­ter­mi­nan­te per il pro­get­to.
Per Sno­z­zi l’ar­chi­tet­to non può sfug­gi­re alle tue responsabilità. Il suo as­sun­to è oc­cupar­si della forma per ri­tro­va­re l’uomo”. E an­co­ra: “ il pro­get­to, prima che stru­men­to di tras­for­ma­zio­ne, è stru­men­to di co­nos­cen­za della realtà”. Poi un pen­sie­ro sfer­zan­te: “Quale dis­pen­dio d’ener­gia, quale sfor­zo per ven­ti­la­re, riscal­da­re, il­lu­mi­na­re … quan­do basta una fi­nes­tra”. Ques­to è il gran­de ar­chi­tet­to Luigi Sno­z­zi, egre­gia­men­te pre­sen­ta­to al pu­bbli­co da Fran­ces­co Mes­si­na dell’Università di Reg­gio Ca­la­bria.
Sta­se­ra il ciclo d’in­con­tri pre­ve­de la pre­sen­za a Chia­ra­mon­te Gulfi dell’ur­ba­nis­ta olan­dese JO COE­NEN. Tra il 2000 e il 2004 Coe­nen è stato Chief Ar­chi­tect del go­ver­no dei Paesi Bassi. Nel 1995 ha vinto il pre­mio BNA Kubus. Nel 1979 ha aper­to uno stu­dio pro­fes­sio­na­le a Eind­ho­ven par­te­ci­pan­do a nu­me­ro­si con­cor­si na­zio­na­li e in­ter­na­zio­na­li. Fra i pro­get­ti re­a­li­z­za­ti ri­cor­dia­mo: Bi­blio­te­ca e Museo di Heer­len (1985, in col­la­bo­ra­zio­ne), mu­ni­ci­pio e un com­ples­so re­si­den­zia­le a Delft (1986), Borsa Lim­burg a Venlo (1987), cen­tro me­di­co SGE a Eind­ho­ven (1987) e l’Is­ti­tu­to di ar­chi­tet­tu­ra olan­dese a Rot­ter­dam (1989).

di Redazione04 Set 2014 11:09
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