Università. Quando il dialogo si fa monologo
La vicenda sul Consorzio universitario sta diventando, giorno dopo giorno, sempre più stucchevole. Se all’inizio potevamo auspicare ad un confronto costruttivo, oggi dobbiamo ammettere che siamo giunti alle risposte piccate, tutto il contrario di quello che ci si aspetterebbe su un argomento così importante.
Ma proviamo a fare un po’ di chiarezza. Ci sono stati ben due Consigli comunali aperti sul tema Università, dove sono intervenuti alcuni onorevoli iblei e naturalmente il presidente del Consorzio, il sen. Gianni Battaglia. Chi non ha partecipato sono stati Nello Dipasquale e Pippo Digiacomo, forse sin troppo vicini al governatore Crocetta, ma sopratutto il commissario Floreno, che, nonostante sia stata invitata ambedue le volte, ha deciso di snobbare l’Aula e la Città, verrebbe da dire. Tuttavia la Floreno dichiara: “se il dialogo è rimasto aperto lo si deve al senso di responsabilità dei rappresentanti delle organizzazioni sindacali”, come mai, allora, non ha mai partecipato ai Consigli comunali aperti? E poi, in che senso il “dialogo è rimasto aperto”, visto che il commissario non si discosta dalla sua posizione?
Ma veniamo ai fatti un po’ più tecnici. Il 22 maggio la Floreno scrive: “la Provincia Regionale, oggi Libero Consorzio, in questa fase transitoria, resta ancora socio del Consorzio Universitario fino alla data del 31-10-2014. Pertanto, nessuna revoca in autotutela può essere adottata da questa Amministrazione giacché nessun nuovo elemento è emerso rispetto alla data in cui la delibera di recesso è stata adottata – in prosieguo di un iter avviato dal precedente Commissario avv. Scarso – dopo attento esame sotto l’aspetto tecnico-giuridico”.
In queste poche frasi la Floreno smentire tutti e tutto, mentre giustifica il suo atto trincerandosi dietro la decisione del suo predecessore, l’avv Scarso, nominato commissario nonostante non avesse i titoli per farlo. Ma veniamo alle smentite.
Il Governo regionale l’11 marzo del 2014 approva un ordine del giorno che recita così: occorre “intervenire tempestivamente nei confronti dei Commissari straordinari delle province di Trapani e Ragusa, perché gli stessi revochino immediatamente i recessi formulati dai rispettivi Consorzi universitari, ripristinandone i vincoli di natura giuridico-contrattuale e garantendone il sostegno economico”. Dopo questo ordine del giorno, ovviamente, il commissario della Provincia di Trapani, Antonio Ingroia, già pubblico ministero, revoca in autotutela la delibera che revocava la partecipazione della Provincia dal Consorzio, ma non la Floreno, per lei “nulla è cambiato”.
Smentisce, pure, il senatore Battaglia, impantanatosi, a questo punto, nei ghirigori legislativi. Infatti mentre la Floreno continua a dichiarare che la Provincia rimane socio del Consorzio sino al 31 ottobre, il senatore, in Consiglio comunale, ha dichiarato: “Il recesso deliberato dalla Provincia ha effetto immediato. Per statuto, gli effetti del recesso decorrono dopo 12 mesi dalla comunicazione dalla delibera. La Provincia, però, ha ritenuto di anticiparli al 31 ottobre. Quindi, non ad un anno dalla data di comunicazione, ma sin da subito e fino al 31 ottobre. In tal modo – continua il senatore – l’atto deliberativo modifica pure la previsione contenuta nello statuto, motivo per cui la delibera è considerabile illegittima”. Sottigliezze giuridiche, qualcuno potrebbe dire.
In tutta questa vicenda sembrano solo due le certezze assodate: la Provincia è debitrice di 800 mila euro nei confronti del Consorzio e non vuole saldare il debito e, se nulla cambia, l’università, per Ragusa, tra pochi mesi sarà solo un lontano ricordo. Su tutto grava il ruolo della Floreno che è un commissario straordinario e perciò dovrebbe limitarsi ad una normalissima amministrazione.