Formazione. Cisl: “Noi siamo i diffamati. Serve una riforma moralizzatrice”
La lettera ai vertici della Regione con cui la Cisl replica alla dirigente generale Corsello. E chiede un incontro. Riconfermando l’inopportunità, alla luce dei risultati, del “rilevantissimo cumulo di cariche e oneri” su una sola persona
La Cisl Siciliana, ben prima della nascita dell’attuale Governo, ha assunto la battaglia per la riforma del settore della Formazione Professionale e per la moralizzazione dello stesso settore che, già prima dell’avvio delle recenti indagini giudiziarie, appariva bisognoso di regole utili ad evitare sprechi ed abusi di denaro pubblico. Lo abbiamo fatto, ben prima della nomina della dott.ssa Corsello a Dirigente Generale dei due dipartimenti coinvolti, anche quando abbiamo dovuto fronteggiare la violenza verbale e fisica che alcuni interessati oppositori hanno organizzato a danno di nostri dirigenti e, solo per responsabilità del precedente Governo, tale azione non ha determinato adeguati risultati.
Le superiori affermazioni sono ben documentate da numerosi atti in possesso degli Assessorati competenti.Non possiamo, quindi, in alcun modo, tollerare ancora che si compiano e si incrementino, a nostro danno, ulteriori azioni calunniose ed offensive dell’immagine della Cisl. Preciso che il giorno 23 u.s., nella qualità di Segretario Generale della Cisl, ho ricevuto una comunicazione “riservata” della dott.ssa Corsello, così riservata che ho avuto modo di leggerne alcune parti su quotidiani e blog. A parte il diritto della dott.ssa Corsello, di revocare l’iscrizione alla Cisl, come in tale nota comunicatomi (diritto che nessuno ha mai contestato né alla dirigente in questione né ad altri), il contenuto e le argomentazioni inserite in tale nota sono utilizzate in modo strumentale e finalizzato a ledere l’immagine della Cisl. La dott.ssa Corsello, infatti, non dà alcuna risposta alle critiche mosse dalla nostra organizzazione circa l’inadeguatezza dell’azione amministrativa ed usa argomentazioni, inesistenti nella realtà, lesive dell’immagine della Cisl e, quindi, della libertà del sindacato di autodeterminarsi e di formulare giudizi sull’organizzazione degli Uffici della Regione Siciliana e sull’efficacia dell’attività amministrativa. Peraltro, se su qualche aspetto di dettaglio avesse avuto qualcosa da dire, ha fatto male a non comunicarlo come ogni lavoratore o dirigente della Regione Siciliana ha sempre potuto e può sempre fare.In realtà. I veri diffamati, per i contenuti e il modo con cui sono stati resi pubblici, siamo proprio noi. Come Cisl, ci auguriamo che nessuno si illuda, nel Governo e nell’Amministrazione, di utilizzare tali metodi e mistificazioni della realtà, in forma pubblica, pensando di incutere timore per ridimensionare l’azione sindacale dell’attuale gruppo dirigente della Cisl.
In questo senso ribadiamo, come in diverse circostanze abbiamo già contestato, anche pubblicamente, la scelta di gravare la stessa persona contemporaneamente delle responsabilità e dei pesanti oneri lavorativi che derivano dai contestuali incarichi di Dirigente Generale di due gravosi dipartimenti, afferenti a due diversi Assessorati, e svolgendo, peraltro, anche le attività proprie dell’ Autorità di Gestione del Fondo Sociale Europeo assegnato alla Regione Siciliana. L’inadeguatezza dell’azione amministrativa è, infatti, sotto gli occhi di tutti, come sono tragicamente evidenti gli effetti sui lavoratori del settore ed anche sulle imprese e sui disoccupati siciliani privati di servizi, peraltro previsti e finanziati da anni (per es.: il Piano Giovani è stato approvato ben due anni fa dalle Istituzioni Europee, Nazionali e Regionali ma è ancora per, gran parte, inattuato).I legittimi giudizi della Cisl sulle diverse materie connesse all’azione amministrativa dei settori di cui sopra sono a tutti noti, anche per effetto e nell’ambito di lunghe e pesanti vertenze da noi condotte sindacalmente. E si tratta, purtroppo, di vicende sociali che recentemente si sono notevolmente ed ulteriormente aggravate per responsabilità facilmente individuabili, in un quadro di inadeguatezza dell’azione amministrativa, confermandosi, così, anche per questa via, la fondatezza della valutazione di inopportunità del rilevantissimo cumulo di cariche ed oneri su un solo dirigente, con le conseguenti richieste affinché a tale situazione il Governo ponga rimedio.Comprendiamo bene quali interessi personali sono coinvolti dalle nostre posizioni e non ci stupiremmo di assistere ad una loro strenua difesa, se condotta, però, entro binari realmente rispettosi delle libertà di esercizio dell’azione sindacale e senza ripetuti quanto strumentali travisamenti.Al Governo regionale. in quanto titolare delle scelte politiche e degli indirizzi amministrativi, chiediamo, su questi argomenti, un urgente incontro.