Ci sono lettere anonime e lettere anonime.

Se la lettera anonima ricevuta dalla presidente della Commissione Trasparenza del Comune di Ragusa l’avesse ricevuta un consigliere comunale del Movimento 5 Stelle lo avremmo mai saputo?
Mi è sorto il dubbio rileggendo la nota che i consiglieri di maggioranza hanno inviato alla stampa: “[…] Qualunque consigliere ieri presente in quell’aula – scrivono – per il rispetto alla stessa e per il rispetto al Sindaco, nelle sue vesti istituzionali, non avrebbe mai dovuto chiedere di poter parlare in un’aula di una lettera anonima […]”.
Non potrebbero fare errore peggiore.
Vedete: la lettera anonima in questione non è di quelle che Mastroianni si scriveva da solo in “Divorzio all’italiana”. Non c’è scritto “Barone Cefalù, lei è cornuto!”. C’è una differenza sostanziale, di contenuto: anche ammesso che lo “sfortunato” Barone Cefalù le lettere le avesse ricevute davvero, senza scriversele da solo, c’è differenza tra l’illazione secca e la comunicazione di una notizia ben precisa e, aggiungiamo, gravissima.
Non solo. La lettera non è stata inviata all’usciere del municipio, ma al rappresentante istituzionale di un organo di vigilanza e controllo, al presidente della Commissione Trasparenza, chiunque fosse, a prescindere dal colore politico.
Cosa avrebbe dovuto fare il consigliere Marino? Ignorare la denuncia – perfettamente fondata, smaccatamente evidente – e cestinarla?
Si sarebbero comportati così quelli del Movimento? Questo sì che sarebbe stato uno scandalo. Comprendiamo l’esigenza di chiudersi a difesa dell’amministrazione che sostengono e che hanno espresso, ma arrivare alla scriteriata pretesa di far morire nel silenzio una denuncia, benché anonima, è al limite del ridicolo.
Derubricare ciò che è grave in modo lampante a “non meritevole di attenzione”, non solo è un goffo tentativo di nascondere il sole con un dito, ma offende il principio stesso della democrazia che prevede l’esistenza di una maggioranza e di una opposizione.
Essere in 18 contro 12 non vuol dire essere sempre dalla parte della ragione. Se così fosse non ci sarebbe neanche bisogno del Consiglio comunale, anzi. Non è scritto da nessuna parte che la posizione delle maggioranze siano sempre migliori, né si può credere che la forza dei numeri può ridurre al silenzio chi a quei numeri non è omologato.
Piuttosto che preoccuparsi di chi sia l’autore della lettera, invece di chiedere l’intervento della polizia postale – a nostro avviso non si può far altro che certificare l’autenticità del timbro postale – i consiglieri di maggioranza, immediatamente, avrebbero dovuto chiedere al sindaco di sospendere ogni procedura per l’affidamento di incarico, dimostrando così di essere davvero “qualcosa di completamente diverso”.
Si sono definiti “schifati” da quanto accaduto in Consiglio comunale, i cittadini ragusani dovrebbero sentirsi offesi, invece, dallo scoprire che la denuncia di un fatto così importante, se posta al M5S, sarebbe stata “non importante”.
Sindaco Piccitto, consiglieri di maggioranza, aprite gli occhi!!!

di Leandro Papa24 Mar 2014 13:03
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