Renzi…. Uber Alles
Renzi stravince anche in provincia di Ragusa. Alla chiusura dei seggi, alle 20 di domenica, si è proceduto allo spoglio dei voti. Prima di tutto parliamo dell’affluenza. Rilevante in provincia, oltre 7500 i votanti, e a Ragusa dove si è superata la soglia dei 2000, 2300 per l’esattezza.Un risultato già questo molto importante perchè serve a far capire che si è ricreato un fronte abbastanza compatto convergente su Renzi. Ma veniamo ai numeri. In tutta la provincia, dicevamo, hanno votato 7546 persone. Molte di più degli iscritti, naturalmente. Renzi ha ottenuto il 73,60 % equivalente a 5560 voti. Molto distaccato Cuperlo con il 19,80 % e cioè 1197 voti. Infine Civati che supera di poco il 10% per un totale di 789 voti. A Ragusa i risultati rispecchiano l’andamento generale. Renzi ha ottenuto 1661 voti, Cuperlo 340 e Civati 283. Soddisfatti i dirigenti del partito intanto per l’affluenza che dicevamo è stata superiore alle aspettative. E su questo dato ci sono già le prime discussioni.Da dove vengono tutti questi, improvvisati, elettori di sinistra? Senza dubbio c’è stata una esposizione mediatica eccezionale nell’ultimo mese e molti italiani si sono sentiti coinvolti, in prima persona, anche senza essere di sinistra. E poi c’è la figura di Renzi che riesce ad essere simpatico anche agli avversari. Infine due parole per Ragusa. La decisone del circolo Tumino, quello di Calabrese e Lauretta, di schierarsi con Renzi ha reso la partita impari. Il risultato però impone anche una nuova visone delle forze in campo e Calabrese lo dice senza mezzi termini. Infine una piccolissima nota di colre. C’è stato anche chi non ha potuto votare perchè esponente di un partito diverso dal PD. Glielo hanno impedito i segretari dei circoli, due su tre, regoalmento alla mano.
Il risultato cosi’ ampio per renzi mostra l’irrilevanza assoluta del posizionamento del circolo di Lauretta e Company,
Che ci faceva Antonio Di Pietro nel seggio delle primarie Pd ospitato nell’aula consiliare del suo paese, Montenero di Bisaccia? Niente di particolare, intendeva votare.Il leader dell’Italia dei Valori si era iscritto regolarmente alla competizione elettorale, che come è noto è aperta anche ai non iscritti al partito. Il 4 dicembre ha ricevuto una mail di conferma, che lo autorizzava a votare. E così domenica mattina si è presentato in Comune. Il presidente del seggio gli ha comunicato che non avrebbe potuto partecipare alle primarie. Di Pietro ha preso atto della decisione del Pd, e senza sollevare polemiche, ha abbandonato il seggio: «Ho sostenuto Paolo Frattura, capo delegazione per il Molise della mozione di Renzi – ha commentato Di Pietro – e mi avrebbe fatto piacere esprimergli anche il mio voto personale. Non me lo hanno consentito, ne prendo atto».
L’AVVISO – In verità già lo scorso 5 dicembre il president della commissione congressuale regionale del Molise, Antonio Battista, aveva fatto sapere che Di Pietro avrebbe trovato le porte chiuse: «Il regolamento – dice Battista – è chiaro: può votare chi ha aderito a gruppi del Pd, gli eletti del partito e gli iscritti. Mentre non può votare chi fa parte della dirigenza di altri partiti ed è proprio questo il caso di Di Pietro che è presidente dell’Idv».