C’è del marcio…………. in aeroporto

Non sono contrario a cambiare il nome all’aeroporto di Comiso. Non mi piace però ritornare sempre e continuamente su questa storia della lotta alla mafia. Perchè, e vi chiedo scusa per il termine, quasi quasi sembra una speculazione. Tutto ciò che ha a che fare con la lotta alla mafia è buono. Altrimenti c’è del marcio. Non vogliamo però pensare alla mafia per ogni piccola divergenza. Cosa dovremmo dire all’on Digiacomo che oggi si accorge che a Comiso qualcosa non va? Infatti in nostro deputato dichiara, con un ombra di sospetto, : “L’aeroporto di Comiso da poco tempo è operativo, ma probabilmente c’è qualcosa che ancora non va come dovrebbe: in particolare è opportuno accertare come funzionano alcuni servizi relativi al rifornimento carburante”. Questo lo dice Pippo Digiacomo, parlamentare regionale del PD, che addirittura annuncia una interrogazione all’assessorato regionale alle Infrastrutture e mobilità. “E’ necessario verificare – insiste Digiacomo – se è vero che il gestore dei carburanti non è abilitato ai rifornimenti di alcuni aerei, se è vero che certi servizi all’interno della struttura sono assegnati con licitazione privata, se è vero che alle ditte appaltatrici non si chiede neanche il certificato antimafia”. “Se tutto ciò fosse vero – aggiunge – sarebbe ancora più grave alla luce del contributo regionale di 200.000 euro mensili per pagare controllori di volo che sono ‘costretti’ ad informare alcuni aerei che non possono atterrare per rifornirsi”. Insomma costi esagerati per la comunità e guadagni per pochi: uno scandalo tipico delle nostre zone che fa gola alle testate nazionali pronti a” speculare”. Il problema del rifornimento però affonda in tempi passati. Sappiamo che il fatto che non ci sia un deposito per il carburante all’aeroporto sia stata una cosa esclusa nel progetto originale. Quando fu deciso di toglierlo? E perchè? Si disse allora che la struttura di rifornimento si poteva far pesare sulle ditte che fanno questo servizio in modo da risparmiare fondi da investire in altri servizi utili. Intanto il carburante verrà portato con le autobotti. Quindi con maggiori oneri per i clienti ma anche con maggiore pericolo visto che migliaia e migliaia di litri di carburante altamente infiammabile viaggiano per le nostre strade. Allora piuttosto che continuare a battersi per il nome fa bene Digiacomo a mettere in chiaro i vari problemi. Ora tocca a Spataro, e quindi anche alla sua parte politica, gestire la struttura ed è la migliore occasione per renderla trasparente. Digiacomo a questo proposito si chiede anche se la campagna elettorale dell’ex sindaco Alfano sia stata un po’ costosa, anche se, per fortuna della città di Comiso, con esiti fallimentari…”.