Contro gli stabilimenti balneari

chioscoIn vista dell’avvio della stagione balneare,  sulle coste siciliane stanno nascendo come funghi strutture di ogni tipo, dalle semplici aree per il noleggio di ombrelloni a veri e propri complessi balneari con tanto di ristoranti e locali notturni.  Legambiente Sicilia denuncia che molte di queste opere sono in contrasto con il vincolo di inedificabilità assoluta esistente sulle coste, che puo’ essere derogato solo per opere a diretta fruizione del mare per le quali legge e giurisprudenza prevedono il rispetto di criteri rigorosissimi. “Abbiamo presentato un esposto a tutte le Procure della Repubblica e Capitanerie di Porto della Sicilia – denuncia Angelo Dimarca responsabile Conservazione Natura di Legambiente Sicilia – Il comma 4 dell’articolo 1 della legge regionale 15 del 2005 vieta la realizzazione di  stabilimenti balneari e di esercizi di ristorazione  nella fascia dei 150 metri dal mare a meno che tali opere non siano previste nei Piani d’uso del demanio marittimo. Ma in Sicilia solo il Comune di San Vito Lo Capo ha il PDUM approvato dalla Regione e quindi riteniamo che molte di queste opere siano o in parte abusive o autorizzate in modo illegittimo”.  Legambiente denuncia che a tale  assalto di strutture balneari non stanno sfuggendo neanche le aree di grandissimo interesse ambientale, vincolate a riserva naturale o a sito di importanza comunitaria, come dimostrano i recenti fatti relativi a Isola delle Correnti, Petrosino, Calarossa di Terrasini, Lampedusa, per solo per citarne alcuni.

“Con l’ambigua dizione di “chioschi” si sta realizzando di tutto sulle coste siciliane, prevedendo in alcuni casi addirittura le vasche imhoff per il trattamento dei reflui interrate nelle spiagge – denuncia Mimmo Fontana, Presidente Regionale di Legambiente Sicilia – Chiediamo alla Regione la  revoca in autotutela di queste concessioni ed accertamenti a tappeto da parte di tutte le Capitanerie di Porto della Sicilia.

di Redazione01 Giu 2013 09:06
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