Zona industriale in mano ai criminali
“In queste ultime ore sono stati elaborati i dati riguardanti i reati contro il patrimonio nell’area della zona industriale. E c’è davvero da tremare”. Lo dichiara il presidente del Parco commerciale “Isole Iblee”, Giovanni Corallo, che, dopo la diffida fatta partire nei giorni scorsi nei confronti dell’Irsap (ex Asi) per le carenze nella pubblica illuminazione, esprime il proprio rammarico sulla consistenza di cifre che la dicono lunga sullo stato di precarietà in cui versa l’intera area. “E tutto ciò è imputabile – dice Corallo – non solo al fatto che la zona industriale è immersa nelle tenebre ma anche perché l’impianto di videosorveglianza non è stato mai messo in funzione. Tutto ciò ha favorito la malavita che ha individuato nel sito il bacino ideale in cui perpetrare le proprie attività criminali. E ne abbiamo subite di tutti i colori: rapine, vandalismo, furti, spigolamento abusivo (relativo soprattutto a materiali ferrosi, rame, metalli vari). E la lista potrebbe ulteriormente allungarsi”. I dati riguardanti i reati contro il patrimonio negli ultimi tre anni (2010-2012) nella zona industriale di Ragusa dicono che: 63 sono state le aziende prese di mira; 97 le attività criminose messe in atto (un’azienda del settore “food” è stata presa di mira per ben quattro volte in 20 mesi); i danni alle imprese insediate, se si considerano i beni e il denaro trafugati, ammontano a ben 1 milione e 55mila euro. “Sono cifre pesanti – continua Corallo – perché basta soltanto pensare che tutte queste risorse economiche sono affluite nelle mani delle malavita e che sono servite a innescare ulteriori e più preoccupanti fenomeni di delinquenza. Ad ogni modo, sottolineiamo il costante impegno delle forze dell’ordine che, soprattutto negli ultimi tempi, hanno cercato di sventare alcune azioni criminali”. C’è un altro aspetto che il Parco commerciale “Isole iblee” intende sottolineare. “Abbiamo dovuto fare i conti, oltre a tutto questo – spiega ancora il presidente Corallo – con un vero e proprio affronto considerato che l’Asi di Ragusa, ormai confluita nell’Irsap, ha speso milioni di euro in tanti altri progetti ritenuti più importanti, lasciando nella trasandatezza e nel degrado più totale il primo nucleo industriale del capoluogo. Una scelta che non esitiamo a definire vergognosa. Dalle risposte che arriveranno da Palermo, ma soprattutto dalla rimozione totale delle criticità, valuteremo se approfondire le responsabilità giuridiche di quanto è già accaduto e di quanto continua a danneggiare le imprese insediate”.