E se ci vendiamo le quote?
Il Presidente dell’Enac Vito Riggio ci ha abituati ad alcune esternazioni che stentiamo a comprendere. Ma quelle che riguardano la questione degli aeroporti di Catania e Comiso ora sembrano rivelare un piano ben articolato.
“Il ministro delle Infrastrutture, Corrado Passera, nelle valutazioni fatte su alcuni scali nel Piano nazionale per lo sviluppo degli aeroporti ha seguito altre strade, che rispetto, ma che non condivido. Progetto che e’ al vaglio della Commissione europea, e che, ricorda, rimane una proposta suscettibile di modiche”. Cosi dice Riggio che considera una scelta sbagliata’ inserire ‘Genova e Torino nella la ‘core network”, la rete centrale che va completata entro il 2030 e che costituira’ la spina dorsale della rete transeuropea di trasporto. Mentre scali ‘importanti per lo sviluppo del Paese come Catania e Bari’ sono nella ‘comprensive”, la rete di trasporto complessiva europea, di cui la core e’ la spina dorsale, che sara’ completata entro il 2050. ‘Uno scalo come quello di Catania – osserva il presidente dell’Enac – non puo’ stare fuori dal sistema principale dei trasporti del nostro Paese e dell’Europa. Basti pensare che l’unico investimento previsto dalle ferrovie e’ l’interramento dei binari a Fontanarossa per permettere l’allungamento della pista del’aeroporto per permettere i voli intercontinentali’. Insomma a Riggio dispiace il sottodimensionamento di Catania ma di Comiso, idea che ultimamente ha dimostrato di non gradire, nessuna parola. Ma veniamo al problema principale C’è ’ una legge regionale, ricorda Riggio, che impone agli Enti di dismettere le loro partecipazioni, che vale anche per le Camere di commercio. In un articolo di qualche giorno fa abbiamo scritto che le quote della SAC, con un buon marketing, varrebbero intorno a 400 milioni di euro. La Cam Com di Ragusa, proprietaria di una quota su otto, avrebbe così in cassaforte la bellezza di 50 milioni, nel caso certo si dovesse vendere la SAC. E Riggio rincara la dose ‘In Sicilia gli aeroporti sono in mano alla burocrazia espressa da Enti locali e i manager sono frutto di scelte politiche. Meglio invece assumere manager internazionali. Occorre riuscire a interessare gruppi che vogliono fare dell’isola la loro base logistica portuale e aeroportuale per creare un hub turistico internazionale’. Vabbè ma di Comiso che ne facciamo visto che le sue quote non interessano ne a Riggio ne ad altri?