Licitra e l’Unesco

L’idea è buona ma avrebbe bisogno di un approfondimento e di alcuni aggiustamenti. Ci scrive il consigliere Licitra che conosciamo come esperto in agricoltura e ritroviamo oggi competente in beni culturali. Secondo la nota stampa suddetta prende corpo l’idea di formare una rete nazionale dei Comuni Unesco presenti in Italia. L’ipotesi di cui si è fatto promotore proprio il consigliere è quella di dare vita al marchio Unesco Italia. “Marchio di cui Ragusa – afferma Licitra – si potrebbe senz’altro fregiare essendo stata inserita ormai da un decennio nella World heritage list ed essendo in possesso di tutti i requisiti per potere aderire alla rete nazionale. Il problema, secondo noi è che già l’Unesco è un marchio di qualità e non si capisce cosa si deve aggiungere a questo. Il consigliere, al quale abbiamo più volte dato spazio per quanto riguarda il suo settore principale, dovrebbe invece porre più attenzione a come la città tratta i cosiddetti patrimoni dell’Umanità. Dei famosi 18 monumenti iscritti nella lista solo una decina possono vantarsi dell’insegna Unesco gli altri sono poco più che un puntino nella carta topografica di Ragusa. Probabilmente molti non sanno, ad esempio, che la chiesa della Bambina sulla via Ottaviano, la circonvallazione di Ibla, è tra questi. Cosa dovrà dire il turista che invitato dal marchio alla scoperta che il monumento citato è soltanto un rudere. Lo stesso dicasi per Palazzo Bertini che vede i suoi famosi mascheroni ancora ingabbiati. Oppure il Monastero del Gesù che svetta con la sua torre di mattoni rossi che lo fa sembrare più ad una stazione che ad un monumento dell’Unesco. Dunque andiamo avanti con giudizio ma chi ha la capacità di intervenire nelle sedi opportune per il recupero dei monumenti lo faccia prima di pensare all’ennesimo marchio di qualità che tra l’altro sarebbe il quarto in ordine di istituzione per una sola città. Il comunicato si conclude con un invito al pubblico ed ai privati per accelerare la pratica del marchio Unesco. Ma a che serve così?
Il marchio serve per aggregare operatori pubblici e privati no profit presenti nelle Città UNESCO. Un esempio fondamentale ? Ragusa si troverebbe accanto a Roma, Venezia e Firenze ed altre città in un consistente programma di promozione turistico nel mondo. Ed ancora attrarre investimenti e fondi comunitari per il recupero e la gestione di beni monumentali oggi a rischio in tutta Italia.