Senza Monti non si tagliano le Province

Va a fondo la riforma delle province. Il decreto del governo Monti infatti, non può essere convertito in legge a causa della miriade di emendamenti presentati.Dunque le province restano in piedi. Se facciamo, un attimo, mente locale ci possiamo accorgere che la nostra provincia è stata davvero, ancora una volta, penalizzata da tutta questa storia. Infatti il commissariamento, così auspicato e voluto dall’allora presidente Lombardo, ha privato i cittadini della loro legittima possibilità di votare i propri rappresentanti. Nulla di grave dirà qualcuno, visto anche cosa offriva il mercato, ma la legalità è una cosa e la simpatia è un’altra. Ora tutto ritorna come prima! Infatti restando il vecchio ordinamento locale, non essendoci altri impedimenti, a Ragusa si dovrà votare al più presto per eleggere il nuovo presidente della provincia ed i relativi consiglieri. Dobbiamo però dire che non siamo innamorati della provincia come è stata fino ad ora e quindi occorre un radicale cambiamento che deve essere realizzato dai nostri deputati regionale. Se i novanta dell’ARS decidessero finalmente di mettersi a lavorare piuttosto che divertirsi nelle piccole beghe parlamentari alla ricerca di una identità ancora non definita, si potrebbe pensare ad un nuovo ente provincia che cancellando gli errori del passato, metta insieme nuovi compiti e indirizzi. E’ chiaro, ad esempio, che tutte e nove le province hanno una organizzazione, del personale, sedi ed altro. Bene! Utilizziamo queste risorse per controllare alcune di quelle istituzioni tanto criticate nel passato. Alle province potrebbe essere affidata ad esempio la gestione delle case popolari, le Asi, la raccolta dei rifiuti, cancellando gli Ato, la gestione delle acque, a Ragusa anche il consorzio universitario. I risparmi sarebbero enormi. Insomma piuttosto che contentarsi di azzerare un organismo politico come quello della provincia si possono cancellare molti consigli d’amministrazione di enti praticamente inutili, ridurre il personale di quelli che verranno accorpati e così via. Il vantaggio starebbe poi nella possibilità di controllo che l’elettore fa al momento di andare a votare scegliendo quanto di meglio si presenti. Monti dunque non è riuscito a spacchettare un’organizzazione che nel passato era vanto nazionale. Restano così le prefetture, i vari comandi provinciali della forze dell’ordine, il genio civile etc etc. Si può fare di meglio, lo abbiamo detto, ma tocca alla nuova assemblea regionale. Intanto a Ragusa, dicevamo, si dovrà andare a votare nella prossima primavera. Almeno così pare!