Che fine hanno fatto gli euro della tassa di soggiorno.
Sarebbe il caso di dire che qualcuno ha “rubato” la marmellata. Un furtarello dal 250 mila euro facile facile. Al Comune di Ragusa è bastato svitare il tappo del barottolo per attingere a piene mani al dolce contenuto. Ricordate che la tanto deprecata imposta di soggiorno, avversata dagli albergatori ma tanto utile per lo sviluppo del turismo, è diventata una realtà a partire dal primo luglio di quest’anno. Dicevamo che gli albergatori non erano d’accordo ma, alla fine, proprio in considerazione del suo utilizzo solo per finalità collegate al turismo come la promozione o le incentivazioni, si è fatto buon viso a cattivo gioco. Ebbene in una parte della stagione estiva si sono incassati, nel solo comune di Ragusa, oltre 250 mila euro come era stato previsto in base alle presenze degli scorsi anni. Una buona notizia proprio in vista dell’apertura dell’aeroporto di Comiso e nell’ottica di preparare delle nuove strategie durante un periodo così nero. Ma non sarà così. Infatti con una manovra che probabilmente è legittima, nella forma ma non nella lealtà verso i cittadini, il commissario straordinario di Ragusa si è speso fino all’ultimo euro in attività che solo una perfetta ingegneria amministrativa è in grado di giustificare. Per onor del vero dobbiamo dire che la signora Rizza è stata quasi obbligata ad affidarsi a questi equilibrismi visto che i proventi della tassa erano già stati abbondantemente spesi, nelle intenzioni, dai precedenti amministratori che avevano deliberato manifestazioni estive ed altre boutade ricreative senza averne la copertura. Giocoforza il commissario ha dovuto fare ricorso a quella entrata insperata ed opportuna. Ma in questo modo si tradisce non solo lo spirito della legge che considera l’imposta come una tassa di scopo cioè finalizzata solo all’incremento del turismo ma anche la buona fede degli albergatori che a questo punto dovrebbero insorgere in massa. E non è detto che non lo facciano. Ci sono anche delle colpe da ricercare nell’apparato burocratico. Si può capire che mancando l’assessore al ramo non sia sembrato vero ai dirigenti riuscire a tappare le falle dovute a spese dell’ultima ora, quelle che si fanno anche in vista delle elezioni, con questo gettito di denaro contante e di provenienza incontrollata. Spesso però è anche una questione di capacità, competenza e coscienza. Sanno tutti, anche al Comune, che senza investimenti nel settore della promozione turistica, dell’assistenza al visitatore, della disponibilità di materiale informativo etc etc si rischia di perdere credibilità e quindi risorse per il futuro ed allora sarebbe bastato dire al commissario che certe manovre non si dovevano fare. Purtroppo dobbiamo dire che la mancanza del sindaco, qualunque esso sia, è una grave danno per la città. Ora la signora Rizza ci spiegherà che non è stata colpa sua, che non poteva fare altro ed intanto i soldi sono stati spesi in spregio del regolamento approvato in consiglio relativo alla tassa di soggiorno che allora creò tante proteste proprio perchè si temeva quello che puntuialmente è accaduto