Via Posterla a Modica: un luogo di storia e cultura unico abbandonato a se stesso

Via Pos­ter­la è uno quei luo­ghi a Mo­di­ca dove ogni anno pas­sa­no migliaia di tu­ris­ti. Un luogo unico per sto­ria, cul­tu­ra e fas­ci­no ar­chi­tet­to­ni­co. Via pos­ter­la fa parte di quei luo­ghi che rie­vo­ca­no la sto­ria di Mo­di­ca, una sto­ria mil­le­na­ria di cui re­sta­no ben poche trac­ce. Via Pos­ter­la è una di ques­te. Un luogo che do­vreb­be es­se­re tu­te­la­to e va­lo­ri­z­za­to. In­ve­ce lo stato at­tua­le è il de­gra­do e l’in­cu­ria.

Da tempo i re­si­den­ti la­men­ta­no lo stato di tras­cu­ra­te­z­za del luogo e anche chi vi scri­ve ha più volte de­nun­cia­to nelle pro­prie ru­bri­che te­le­vi­si­ve lo stato pes­si­mo e in­gius­ti­fi­ca­bi­le di luo­ghi unici come ques­ti. Oggi la de­nun­cia ar­ri­va dal cir­co­lo cit­ta­di­no di Si­nis­tra Eco­lo­gia e Libertà: “Qui ogni gior­no, spe­cie in alta stagio­ne, so­prag­g­iun­go­no cen­ti­naia di tu­ris­ti per vi­si­ta­re la casa na­ta­le di Sal­va­to­re Qua­si­mo­do e la torre del fi­lo­so­fo car­te­sia­no Tomma­so Cam­pail­la, sotto la rupe del Cas­tel­lo, in un per­cor­so che dalle chi­ese di Santa Maria e di San Pie­tro porta al duomo di San Gior­gio e vi­ce­ver­sa. Ep­pu­re, da al­cu­ne set­ti­ma­ne in Via Pos­ter­la a Mo­di­ca, all’al­te­z­za dei nu­me­ri ci­vi­ci 64-68, la rot­tu­ra in più punti delle con­d­ut­tu­re dell’acqua ri­ver­sa lungo la sca­li­na­ta sot­tos­tan­te un fiume li­m­ac­cio­so che scor­re per un cen­ti­naio di metri. Una spe­cie di pan­ta­no pu­tres­cen­te, dove al­lig­na­no mosche e zan­za­re. E dove i tu­ris­ti evi­ta­no di met­te­re piede per non in­zac­che­rar­si. O per non rom­per­si l’osso del collo sci­vo­lan­do dalle scale rese vi­sci­de dall’acqua. Di­ver­se le seg­na­la­zio­ni di cit­ta­di­ni e re­si­den­ti, ma fi­no­ra nes­sun in­ter­ven­to da parte del Co­mu­ne. Non ci sono ri­sor­se, di­co­no a Pa­la­z­zo San Do­me­ni­co” san­cis­co­no dal cir­co­lo di Sel che in­di­ca altri prob­le­mi della zona : “ Di notte, le stra­de sono al buio. Di­ver­si i furti con scas­so in “dam­mu­si” e case non ab­ita­te, tanto che al­cu­ni re­si­den­ti hanno in­stal­la­to a pro­prie spese te­le­ca­me­re di vi­deo­sor­veg­lian­za. Cumu­li di im­mon­di­zie, ma­te­ria­li edili non ri­mos­si, er­bac­ce e muri peri­co­lan­ti in più punti e stra­de scon­nes­se sono da tempo ogget­to di la­men­te­le da parte dei cit­ta­di­ni. E ad­es­so che, come sul dirsi, “piove sul ba­g­na­to”, ai re­si­den­ti, im­po­ten­ti, non resta che as­sis­te­re allo sper­pe­ro di migliaia di litri d’acqua, i cui costi ri­ca­dran­no poi sulla comunità cit­ta­di­na. E in­tan­to però l’am­mi­nis­tra­zio­ne miete cul­tu­ra…”. Al di la delle po­le­mi­che po­liti­che ques­to luogo an­dreb­be ris­pet­ta­to e cus­to­di­to e, tu­ris­ti a parte, è da­v­ve­ro un pec­ca­to ve­der­lo in si­mi­li con­di­zio­ni.

di Redazione15 Set 2012 14:09
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