I tanti perchè…del bar Mediterraneo

incatenato2A margine della viceda del bar Mediterraneo riceviamo una lettera degli avvocati del Sig D’amato, titolare dell’esercizio chiuso venerdi scorso dagli ufficilai giudiziari. Nella missiva si legge che era stata avanzata già  a maggio scorso, la seguente richesta indirizzata alla Unicredit: “…Tale provvedimento (Ordinanza Tribunale di Bologna, n.d.r.) comporta, chiaramente, delle conseguenze  eccessivamente gravose ed insostenibili in capo alla mia assistita, ( gestore del bar n.d.r)  che, senza colpa alcuna, si vedrebbe privata della  propria attività, tra l’altro unica fonte di sostentamento. Ciò causerebbe anche gravissime ripercussioni dal punto di vista  sociale, attesa la disoccupazione che si verrebbe a creare dagli inevitabili licenziamenti. La presente, pertanto, al fine di richiedere la possibilità, nelle forme giuridiche che verranno successivamente contrattualizzate, di poter proseguire nell’attività tuttora in corso; si rappresenta, inoltre, che le attrezzature utilizzate per buona parte risultano di proprietà  della mia assistita. La prosecuzione dell’attività, pertanto, sarebbe opportuna sia dal punto di vista economico (mantenimento dell’attività in essere) e sia dal punto di vista sociale (in quanto si eviterebbero provvedimenti di licenziamento altrimenti inevitabili)…Questa proposta dicono i legali Avv.ti Francesco Guastella ed Ines Corallo, ha trovato solo un secco diniego da parte di Unicredit Leasing Spa, non disponibile ad avviare alcuna trattativa. Ed ecco le considerazioni degli avvocati:  A quel punto ci si è resi conto di come il finale di questa storia fosse già stato scritto, e da mesi addietro. Sempre secondo gli avvocati del sig D’amato “ci si rende conto delle profonde verità manifestate dal Procuratore della Repubblica di Ragusa, dott. Carmelo Petralia, e lette in un’intervista in un quotidiano di ieri, laddove viene fatto riferimento agli Istituti coinvolti nella vicenda, quali strumenti inconsapevoli di ben altre realtà ed interessi”… Diversamente, non si riesce ancora a comprendere il perché oggi si è fuori dai locali del bar. Nonostante la  disponibilità a pagare Unicredit Leasing Spa, sotto qualsiasi forma e contratto.  Non si comprende, parimenti, il perché l’Istituto finanziario abbia solo adesso (dopo quattro anni) deciso di  azionare il proprio credito e perché, dopo aver subito un “buco” di circa quattro milioni di euro, oggi abbia rifiutato ogni proposta, da parte di chi chiedeva solo di poter continuare a lavorare (pagando) e portare avanti un nome ed un  simbolo della città di Ragusa: il Bar Mediterraneo.  Non si comprendono nemmeno le dichiarazioni apparse in questi giorni, da parte di rappresentanti di   categoria (totalmente assenti in questi mesi), che si chiedono come mai non si è potuto far altro per evitare tali  problemi, così di fatto denigrando chi, invece, per questa vicenda ha dato ogni propria energia. Dai dipendenti, che con onore, professionalità, grande senso del rispetto ed umiltà, sino all’ultimo giorno  hanno prestato la propria opera, coadiuvando i titolari anche nelle operazioni di smantellamento della struttura.   La società infine ringrazia, i fornitori, per la comprensione che gli stessi, tutti, hanno mostrato per l’accaduto,  i professionisti che hanno seguito la vicenda, ed in particolare dai legali, Un ringraziamento, infine, a tutti coloro che venerdì 21 settembre sono stati presenti, con l’augurio che il  “cuore” di una Ragusa che soffre per la crisi economica, le cui attività talora sono ingiustamente costrette a chiudere,  ma che non smetteranno mai di credere in un futuro migliore, sia giunto sino alla sede centrale della Unicredit. Nella foto gli avvocati impegnati nella difficile trattativa di venerdi scorso

di Redazione24 Set 2012 18:09
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