Il Ragusa perde (0-2) con la superbig Catania, ma non è stato un cattivo esordio
Tribune piene, curva pienissima e un incasso “importante” hanno motivato i sorrisi del cassiere del Ragusa, mai con tanti euro da contare,. Vedere il Selvaggio finalmente pieno, anche se il rapporto spettatori, bandiere, tifo, cori ecc non poteva che rivelarsi nettamente (molto) in favore degli etnei, è stato il segnale più degno di nota della giornata, caratterizzata dal pienone e da un carico-scarico del pubblico nel complesso ben gestito e senza problemi che ha confermato la crescita azzurra anche a livello logistico e societario. Purtroppo non possono sorridere anche la squadra e la tifoseria, che non hanno potuto bagnare il ritorno in serie D conquistando i punti sperati. Ma in fondo i tifosi non hanno motivo di prendersela troppo, perché non possono (e non devono) dimenticare che gli azzurri, matricole nella categoria, sono stati pienamente in gara per più di un tempo contro l’annunciata “ammazzata torneo”. Vedere il Selvaggio finalmente pieno, anche se il rapporto spettatori, bandiere, tifo, cori ecc non poteva che rivelarsi nettamente (molto) in favore degli etnei, è stato il segnale più degno di nota della giornata, caratterizzata dal pienone e da un carico-scarico del pubblico nel complesso ben gestito e senza problemi che ha confermato la crescita azzurra anche a livello logistico e societario. Certo lo 0-2 è quello che è – certamente eccessivo nel primo tempo e per una parte della ripresa, ma alla fine specchio fedele della gara, con il conto delle occasioni tutto sbilanciato dal lato etneo – tuttavia diremmo che nel complesso il Ragusa è parso attrezzato con elementi all’altezza della categoria: il che indora (un po’) la pillola e fa ben sperare per il futuro. Ovviamente ci sono un sacco di cose da correggere – ad esempio ci è parso che quando aggredire il Catania per confondergli le idee sarebbe stato fondamentale il fiato sia venuto a mancare, che si sia persa qualche palla “sicura” di troppo e non si sia praticamente tirato in porta, – però, lo ripetiamo, c’è tutto il tempo per rimediare. Ne siamo convinti. E non dimentichiamo che di Catania – con annessi e connessi – non ce ne sono altri. Quindi chiuso il primo capitolo pensiamo al secondo, facendo tesoro di quanto abbiamo imparato. Auguri e, naturalmente, forza Ragusa.