In favore delle emittenti private.
Dopo l’intervista a Teleiblea l’on Campo ha avuto modo di conoscere i problemi che assillano le piccole emittenti private siciliane costrette dal Ministero e dalla Rai a pagare, per poter trasmettere, cifre molto alte in rapporto alle loro reali esigenze. E così già oggi, a nome anche del gruppo parlamentare dei 5 stelle, ha presentato un’interpellanza che mira ad aggiustare il tiro dell’intervento economico ipotizzato dal governo regionale in favore dell’emittenza siciliana. Ecco la nota che ci è pervenuta in redazione.
Le piccole emittenti televisive rischiano di chiudere. Con la rivoluzione del digitale terrestre dovranno sopportare nuovi e ingenti costi, insostenibili per queste piccole aziende che vivono delle proprie trasmissioni in ambito locale. Il presidente della Regione, Musumeci, forse guarda altri canali e non ha pensato di occuparsi del problema”. Così dichiara Stefania Campo, deputata regionale del Movimento 5 Stelle, che ha depositato un’interpellanza parlamentare sollecitando un aiuto economico per le emittenti televisive che hanno ottenuto la capacità trasmissiva per il nuovo digitale terrestre nel cosiddetto “secondo livello” gestito da Rayway. “Si tratta – spiega Campo – di alcune decine di fornitori di servizi di media audiovisivi che finora hanno operato in Sicilia in ambito esclusivamente locale: piccole emittenti che col nuovo sistema dovranno corrispondere al gestore Raiway un canone annuo di 35.000 euro. Un nuovo costo fisso che, per una piccola attività aziendale, equivale alla porta della crisi economica, soprattutto se si considera che le emittenti non potranno ovviamente contare, almeno in questa fase di ripartenza, su un bacino di utenza e su un volume di messaggi commerciali sufficienti a coprire le nuove spese”. “Tuttavia – ricorda Campo – Irfis Sicilia ha messo a bando contributi a fondo perduto proprio per questo settore, in favore di quei Fornitori di servizi di media audiovisivi in ambito locale, che non abbiano ottenuto capacità trasmissiva o che siano risultati esclusi per carenza documentale nel bando Mise di assegnazione delle frequenze. La linea di intervento ha una dotazione di € 500.000 euro e il contributo incentiva gli operatori a riprendere l’attività attraverso lo streaming sul web. A questo punto – propone Campo – sarebbe di gran lunga più urgente e senza dubbio di maggiore utilità un contributo a fondo perduto, una tantum, per le emittenti locali del cosiddetto secondo livello. Lo si potrebbe fare ampliando la platea di beneficiari del bando già esistente, così da permettere l’accesso alle emittenti penalizzate, sostenendo questa loro delicata fase di riavvio delle attività, almeno per il primo anno. In alternativa, si potrebbe bandire un nuovo intervento riservato alle emittenti di secondo livello, con una dotazione finanziaria analoga. Ritengo che il presidente della Regione debba occuparsi con urgenza della faccenda, senza fare figli e figliastri con un bando Irfis che, così come concepito, non copre le esigenze di tutti gli operatori coinvolti nelle diverse problematiche della transizione al nuovo digitale terrestre”, conclude Campo.