Sviluppo, integrazione e investimenti al centro del dibattito La commissione europea per lo sviluppo regionale ha tratto utili indicazioni dal Sud Est
“La Unione europea contribuisce molto a sostenere le regioni meno sviluppate d’Europa. Del plafounf di 350 miliardi di euro il 70 per cento sono indirizzate a quelle aree. Ci rendiamo conto che le isole hanno bisogno di infrastrutture e soprattutto di aeroporti per superare l’isolamento e aggiungo l’ausilio dell’economia digitale. Siamo venuti sin qui per ascoltarvi con attenzione. Siate certi che sosterremo le Regioni insulari e i piccoli comuni della Sicilia”.
Questo l’impegno assunto da Younous Omarjee, capo della delegazione della commissione per lo sviluppo regionale del Parlamento europeo* (REGI), che ha reso visita, ieri pomeriggio, alla città di Modica. Visita iniziata con una escursione al Castello dei Conti in buona parte ristrutturato grazie ai fondi UE per una somma superiore i cinque milioni di euro.
Ad accogliere i dodici parlamentari europei, in rappresentanza di sette Paesi, membri della commissione e il seguito in quella che fu la residenza dei Conti di Modica, il sindaco di Modica, Ignazio Abbate e il direttore dei lavori arch. Salvatore Tringali.
La delegazione ha potuto ammirare la qualità degli interventi su un blocco di immobili che hanno un affaccio molto suggestivo sulla città.
La delegazione ha poi raggiunto a piedi, per la Via Castello, Palazzo San Domenico, sede del Comune, dove c’erano ad attenderla il Prefetto di Ragusa, Annunziato Vardè, il questore, Giuseppe Gammino, il comandante dei Carabinieri di Ragusa, Sigismondo Fragassi.
Ha portato il saluto della città, il sindaco di Modica il quale dopo aver omaggiato la delegazione ha rilevato che c’è una forte necessità, da parte degli enti locali, di finanziamenti europei dato che Stato e Regione hanno da tempo chiuso i rubinetti delle risorse per investimenti.
L’area del Sud Est siciliano (erano presenti i sindaci di Siracusa, Noto, Francofonte, Pachino, Pozzallo, Vittoria e Canicattini Bagni) è molto effervescente rispetto ad altre realtà siciliane grazie ad alcune eccellenze che non si richiamano solo al barocco siciliano ma sono un’agricoltura avanzata e innovativa, l’enogastronomia di assoluto richiamo, il paesaggio unico nel suo genere e quindi un turismo che quest’anno ha toccato picchi mai raggiunti nelle precedenti stagioni. Il problema serio e vero, ha ribadito il primo cittadino modicano sollecitato da una domanda di una commissaria, è che sul piano del metodo i finanziamento devono essere erogati saltando la fase regionale che costituisce un vero e proprio tappo allo sviluppo. Insomma sarebbe necessario un collegamento diretto tra strutture UE e realtà locali per utilizzare le somme che vengono concesse per finanziare i progetti.
Michela Giuffrida, la parlamentare europea e membro del REGI che ha voluto fortemente la visita dei commissari in questa area della Sicilia, ha spiegato che lo spirito dell’iniziativa è quello di capire sino in fondo le realtà locali e poi rispetto a questo essere consequenziali nel senso che si farà tesoro delle riflessioni, delle proposte e degli spunti che da questo tour dalla parte Sud Est è scaturito.
Dal dibattito sono emersi alcuni punti di debolezza evidenziati dai sindaci di Vittoria, Peppe Nicosia e da Paolo Amenta, sindaco di Canicattini Bagni e vice presidente dell’ANCI Sicilia.
Il primo ha denunciato le tragiche conseguenze economiche nel comparto dell’ortofrutta quando l’Europa decide, al fine di facilitare l’integrazione sociale, di sottoscrivere accordi con i Paesi frontalieri per far entrare sui mercati prodotti che diventano concorrenziali rispetto a quelli coltivati nella fascia trasformata siciliana con la conseguenza di determinare una crisi di settore dove si registrano chiusure di attività e fallimenti nelle imprese.
Il secondo ha rilevato che la Sicilia da sola non farà mai decollare la propria economia se non si collega alla progettualità del resto del Paese. Non c’è un progetto scritto in inglese, non c’è elaborato che sia fondato sulla infra territorialità.
Sarebbe necessario un sistema operativo dove Regione, Stato ed Europa fossero i protagonisti di un’azione sinergica, ognuno con funzioni e autonomie proprie, utile a creare sviluppo e occupazione.
Il capo delle delegazione, Younous Omarjee, sulla scorta del confronto ha puntato, in conclusione, l’indice su due questioni.
La prima è che la commissione per lo sviluppo regionale non gestisce le strategie dei territori; essa definisce i regolamenti nella loro concezione generale. Ribadisce che sono i paesi che definiscono percorsi e obiettivi da raggiungere attraverso i progetti.
E’ vero il libero scambio commerciale con i paesi frontalieri creano un danno all’Europa; la spinta ad una politica inclusiva purtroppo deve sostenere un prezzo ed è quello che paga chi, a causa delle aperture, non regge il confronto sui mercati per prezzi assolutamente più competitivi rispetto a quelli presenti nei paesi europei.
La delegazione si è poi spostata al Palazzo della Cultura dove ha visitato il museo del cioccolato e apprezzato le spiegazioni sul prodotto e le prospettive del CTCM in ambito europeo illustrate dalla prof.ssa Grazia Dormiente; non poteva mancare infine una dimostrazione della fattura del cioccolato di Modica nel “dammuso ro ciucculattaru” in Via Grimaldi che ha riscosso successo.
L’incontro della delegazione europea e le istituzioni locali si è chiuso con un cena ufficiale a Palazzo Grimaldi, sede dell’omonima fondazione.