Guerra alle fumarole. Polizia Provinciale denuncia anche ricettatore di rame
Sempre in atto la guerra contro le fumarole in provincia di Ragusa. La Polizia Provinciale ha denunciato una persona per incenerimento di rifiuti speciali non pericolosi senza la prescritta autorizzazione regionale e per ricettazione di rame di sospetta provenienza.
Nel corso del regolare servizio di vigilanza sul territorio, una pattuglia della Polizia Provinciale, a seguito dell’avvistamento di una densa colonna di fumo nero, proveniente da un’azienda agricola sita in C.da Randello, lungo la Strada Provinciale n. 85 nei pressi del km. 5+900, in territorio del Comune di Ragusa, si è recata sul luogo al fine di accertare eventuale ipotesi di comportamenti illeciti. “In effetti – spiega il comandante della Polizia Provinciale Raffaele Falconieri – subito dopo l’ingresso nel fondo agricolo, i componenti della pattuglia hanno trovato sei soggetti intenti ad incenerire del materiale, costituito, in maggior parte, da cavi elettrici. Resesi conto di essere stati sorpresi sul fatto, tali soggetti si davano repentinamente alla fuga nei terreni circostanti facendo perdere le proprie tracce; la pattuglia riusciva a bloccare una sola persona che veniva successivamente identificato da una volante della Polizia di Stato, appositamente chiamata dalla centrale, quale S.G. del 1988 nato e residente a Vittoria. Nell’attesa che arrivassero altre nostre pattuglie in appoggio, gli agenti della Polizia Provinciale hanno proceduto ad effettuare un ispezione dei luoghi trovando nel cortile interno tre autovetture aperte, con le chiavi inserite nel quadro di accensione: due Fiat Punto e una Mercedes classe A. Tutti i proprietari degli automezzi sono stati inseguito identificati e attualmente sono incorso indagini per accertarne un loro eventuale coinvolgimento nell’illecito penale. Inoltre, sparsi in tutto il cortile erano presenti numerosi cavi elettrici e tubi di rame di diversa sezione e diversa lunghezza e altri con i relativi rivestimenti già carbonizzati. A precise domande dei nostri agenti – prosegue Raffaele Falconieri – lo S.G. ha dichiarato di essere un operaio dell’azienda agricola affittuaria del fondo ma non è riuscito a dimostrare, senza ombra di dubbio, che il materiale elettrico e i vari tubi di rame fossero di sua proprietà. Conseguentemente, considerato che l’attività di incenerimento di rifiuti deve essere preventivamente autorizzata, a carico del giovane vittoriese è stata contestata l’ipotesi di reato prevista dall’art. 256 bis commi 1 e 4 del D.L.vo n. 152/06 per aver effettuato operazione di incenerimento di rifiuti speciali non pericolosi senza la prescritta autorizzazione regionale, dall’art. 110 del c.p. per il concorso nel medesimo reato. Inoltre, attesa la sospetta provenienza da reato dei cavi elettrici, che sottoposti ad apposita pesatura sono risultati pari a kg.290, e considerato che il bruciamento del materiale plastico dei cavi era finalizzato a trarre profitto dal rame ricavato, veniva contestata anche l’ipotesi di reato p.p. dall’art. 648 del c.p. (ricettazione). La Polizia Provinciale – conclude il comandante Falconieri – prosegue le indagini, al fine di accertare l’identità delle persone che si sono allontanate dai luoghi.”