Scicli. Un ospedale non si chiude, si trasforma

“La recente chiusura del reparto di chirurgia di Scicli –si spera solo temporanea- obbliga le forze politiche cittadine a una riflessione”.
Giovanni Savà, coordinatore cittadino della lista civica Liberi e Concreti, interviene e pone delle riflessioni.

“Premesso che un ospedale non serve ai medici che vi lavorano ma all’utenza dei malati (e a Scicli, da anni, viene a ricoverarsi una utenza provinciale), il tema da porre oggi è: può, la chirurgia di Scicli, diventare una chirurgia di base, cui affiancare una chirurgia laparoscopica, per cui non è necessaria la presenza di un reparto di Rianimazione?
Ha senso aver aperto e poi richiuso per assenza di fondi, gli ambulatori di oncologia e ortopedia?
Esiste un progetto strategico da parte dell’Azienda per consentire all’ospedale di non chiudere, così come si chiudono le case di villeggiatura?
Ancora, l’Asp è al corrente che il Suo ufficio tecnico aveva dichiarato agibile e idonea la sala operatoria chiusa in chirurgia?
O vogliamo dare la colpa di un bullone non autorizzato nel motore, al pilota, che ha invece il solo compito di guidare?
Fuor di metafora, l’inadeguatezza –presunta- delle strutture è affare che riguarda l’azienda e non i medici, che non sono tecnici progettisti di ospedali!
Infine, rispetto alla morte del 64enne a fronte del quale è partita l’inchiesta, grazie anche a un’opera di dossieraggio interno di uno dei medici della chirurgia, nessuno ha detto che il paziente è deceduto tre giorni dopo, per complicanze post operatorie che nulla hanno a che vedere con la sala operatoria. Altro se fosse successo un incidente durante l’intervento chirurgico!!

Sono riflessioni che pongo alla pubblica opinione, nella speranza di offrire un punto di vista equilibrato sulla polemica”.

di Redazione01 Set 2014 12:09
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