Fermate tutto. La Cisl vorrebbe scendere.
Fino a qualche mese fa il segretario della Cisl, Bernava, era uno dei più validi sostenitori della spugna “crocettiana” sulle province siciliane. Con l’andare del tempo, però, le cose stanno cambiando ed il sindacato baincoverde, ora, lancia un nuovo appello “si trovi un accordo politico sulla proroga dei commissari. E si vada verso un disegno coerente, organico, funzionale, sulla base del confronto con Anci, università e forze economiche e sociali” Dunque nonostante l’evidente incapacità di trovare una veste amministrativa che sostituisca un secolo di decentramento regionale si cerca ancora la solita solfa del pannicello caldo. Ma un ulteriore rinvio sarebbe perlomeno anticostituzionale considerando che, a Ragusa, per esempio abbiamo già superato i due anni di commissariamento e neanche nelle repubbliche sudamericane, di antica memoria, si lascia la gente senza poter votare per tutto questo tempo. Ma Bernava, che ha già fatto il frettoloso passo della “crasi” tra le sue segreterie di Siracusa e Ragusa non riesce a tornare indietro. Occorrerebbe trovare la punta d’orgoglio che per chiedere la cancellazione di quest’ultimo anno fatto di confusione e goffe avventure legislative e invece si insiste sulla proroga in attesa del miracolo. Ma è possibile che il segretario della CISL, speso in rotta con il presidente ma, di sicuro, suo buon consigliere non pensi di optare per una soluzione semplice che metta tutti d’accordo. Via i compensi per gli amministratori legittimamente eletti dalla gente. Molte più funzioni in settori strategici essenziali come ad esempio ambiente, foreste, pianificazione,zone industriali, strade scuole e turismo. C’è già tutta l’organizzazione che rischia, intanto, di deteriorarsi dopo anni di inattività. Nulla di tutto ciò e invece a detta di Bernava siamo di fronte a “un pastrocchio, che rischia di portare a un vero pateracchio con effetti deleteri sul piano economico e sociale”, “si fermi tutto. Si trovi un accordo politico sulla proroga dei commissari. E si vada verso un disegno coerente, organico, funzionale, sulla base del confronto con l’Anci, con l’università, con le forze economiche e sociali”. La Cisl Sicilia boccia il testo di riforma delle province che sarà discusso all’Ars tra qualche ora. “Il superamento degli enti intermedi è già nato male – scrive il sindacato guidato in Sicilia da Maurizio Bernava – dettato più da esigenze d’immagine e clientelari che da attenta visione strategica. Adesso, il pastrocchio rischia di diventare un vero e proprio pateracchio. Che, oltretutto, finisce col moltiplicare gli enti intermedi facendo lievitare inefficienza e costi”. “Né ci sono ormai – sottolinea la Cisl – le condizioni per realizzare un riordino amministrativo che risponda al disegno di efficacia e organicità necessario nel contesto di declino economico-sociale e di crisi di funzionamento della macchina amministrativa”. Per la Cisl, “un lungimirante disegno di riordino dovrebbe realizzare criteri di economicità, efficacia dei servizi e dovrebbe agevolare lo sviluppo locale”. Pertanto, “fermate tutto”, si legge nel documento con cui il sindacato si rivolge a governo e Ars. Per la Cisl, “va subito adottata una norma di proroga dei commissari, in vista di una riforma autentica, che: individui con certezza le aree metropolitane; incentivi l’unione dei comuni per la gestione dei servizi; ridefinisca il rapporto tra Regione ed enti locali in vista di un serio superamento delle province”. Vorrei chiedere proprio a Bernava se è cosciente di quanti liberi consorzi sono pronti a nascere dopo questo pastrocchio che si vuole fare. Come la mettiamo con le prefetture, le Asp, le questure e tutto quello che da 100 anni funziona a livello provinciale. Faremo comandi dei Vigili del Fuoco, dei Carabinieri, della GdF itineranti. Sei mesi in una città poi ci si sposta a secondo del libero consorzio a cui si vuole appartenere. Tutto questo perchè a qualcuno serve salvare la faccia. E quella di Bernava chi la salva?