La pericolosità sismica nel territorio ibleo
Anche la componente sismica è un fattore rilevante nella concezione del nuovo modo di abitare e vivere il territorio, il progetto che la Cna provinciale di Ragusa, con l’Unione Costruzioni, sta portando avanti, assieme alle Unioni Produzione e Installazione e impianti, coinvolgendo tutte le altre componenti titolate a potere sviluppare un percorso univoco. Un percorso nuovo che tiene conto anche degli interventi per la sicurezza come spiegato stamani da Vittorio Schininà, responsabile provinciale dell’Unione Costruzioni, nell’aprire il convegno su “La pericolosità sismica nel territorio ibleo” che ha segnato la prima tappa della collaborazione avviata con la sezione di Catania dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, di concerto con gli Ordini degli architetti (presente il presidente Giuseppe Cucuzzella), degli ingegneri (con il presidente Vincenzo Dimartino), dei geologi (con il delegato provinciale Saro Di Raimondo) e con il Collegio dei geometri e geometri laureati (con il presidente Salvo Cascone). Schininà, che ha moderato i lavori, ha tenuto a sottolineare, in apertura, come il nuovo modo di concepire l’approccio a tematiche di grande impatto “sta risultando utile per cercare di comprendere anche come venire fuori da questa situazione di crisi che attanaglia in modo particolare il settore delle costruzioni. Dobbiamo ringraziare tutte le varie realtà che si stanno interfacciando con la nostra associazione di categoria – ha aggiunto – perché emerge sempre di più la consapevolezza che da soli non si va da nessuna parte. E nell’ambito di questo nuovo itinerario stiamo fornendo pure degli strumenti che possono risultare di varia utilità per la crescita e per la creazione di un progetto complessivo, come nel caso di questo appuntamento con l’Ingv”. Un appuntamento, risultato molto partecipato, che, come ha tenuto a spiegare il presidente dell’Unione Cna Costruzioni, Bartolo Alecci, portando anche i saluti del presidente provinciale Cna Ragusa, Giuseppe Massari, segna, per certi versi, una svolta, “considerato che per la prima volta – ha aggiunto – si sta concretizzando un percorso di collaborazione con i tecnici dell’Ingv che, grazie al loro know how, possono fornire riscontri teorici e operativi di grande impatto non solo per gli imprenditori del settore ma anche per i tecnici che con il nostro comparto interagiscono”. Tra i presenti, oltre ai rappresentanti di Giunte municipali dell’area iblea, anche la soprintendente di Ragusa, Rosalba Panvini. E’ stata puntata l’attenzione, tra l’altro, sull’adeguamento sismico del Comune di Ragusa che sarà in scadenza tra un paio di mesi. Si rende necessario, quindi, procedere alla definizione di nuovi strumenti tecnici. A maggior ragione in un territorio che, come quello ibleo, trovandosi in una zona ad alto rischio, ha la necessità di potere contare su supporti operativi di una certa consistenza. I tecnici dell’Ingv, Fabrizio Cultrera, Mario Mattia e Domenico Patanè, hanno avuto modo di soffermarsi, ciascuno per quanto concerne il proprio ruolo, sulla geologia dell’altopiano ibleo, sulla geofisica del nostro territorio, illustrando le ricerche e gli studi finalizzati alla definizione della pericolosità sismica, oltre che sui contenuti della pericolosità sismica, con cenni alla politica del territorio, nella Sicilia orientale. “C’è ancora lavoro da fare – hanno detto i rappresentanti dell’Ingv – ma si percepisce una sensibilità nuova che speriamo possa essere foriera di risultati positivi”. Per Schininà, in conclusione, l’appuntamento odierno è un ulteriore tassello che “va ad inserirsi nello speciale mosaico predisposto per dare vita all’ambizioso progetto che punta a far sì che il territorio possa essere vissuto attraverso un nuovo modo di abitare lo stesso. Siamo convinti che il traguardo è sempre più a portata di mano”.