Le nuove province?

ENNISSETTAIl governo ha accolto l’ordine del giorno presentato dall’onorevole Nino Minardo con cui si invita lo stesso a modificare l’art. 17 sulla riforma delle province. Il testo giunto all’approvazione del Parlamento è notevolmente migliorato rispetto al testo approvato in Consiglio dei Ministri, non parla più di soppressione e razionalizzazione, ma di riordino delle province. Con l’ordine del giorno, di fatto, si impegna il Governo, tra le disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica, a tener conto della necessità di assicurare l’invarianza dei servizi ai cittadini e, per quel che riguarda i territori interessati, della necessità di una distribuzione uniforme degli uffici e dei servizi rimasti in carico alle province o trasferiti ad altri enti,  valutando l’opportunità di mantenere, per taluni servizi e funzioni, delle sedi distaccate, qualora non comportino maggiori oneri di finanza pubblica o minori risparmi. Inoltre, prevede che il nome della nuova Provincia sia individuato tramite un procedimento che garantisca pari dignità alle province accorpate e che pertanto sia composto o dal nome di entrambe le precedenti province o sia individuato concordemente un nuovo nome del tutto diverso.  Cerchiamo di comprendere cosa vuole dire questo emendamento. Ad esempio se si decidesse di accorpare Ragusa con la vicina provincia aretusea non si dovrebbe fare riferimento solo alla nuova provincia di Siracusa ma piuttosto si dovrebbe trovare un nome che sia riconducibile a questi nuovi territori. Avremmo, ancora per esempio, la provincia  ( facile facile) di SiRagusa  o del Sud Est o altro nome identificativo da individuare. Enna e Caltanissetta sarebbero la “Provincia del Centro” oppure con molta fantasia Caltaenna o Ennissetta. Che ve ne pare? Da vedere anche le soluzioni per quanto riguarda gli uffici pubblici. In una città della nuova provincia magari ci sarà la Prefettura in un’altra il Catasto o il Genio Civile. Siamo convinti che Monti sia un ottimo economista ma capisca poco di conti e di ammnistrazioni pubbliche e non si renda conto che sarà più costoso razionalizzare le nuove province, dopo aver cancellato servizi ormai metabolizzati dalla gente.  Comunque apprezzabile il  tentativo encomiabile di Minardo di fare qualcosa per la nostra provincia. E’ da ringraziarlo anche se ci rendiamo conto che sarà difficile da digerire. Era più facileper il Governo  individuare quelle competenze che non servivano più, snellire la burocrazia, abbattere gli stipendi dei mega funzionari e abolire la parte politica governativa mantenendo in vita tutta l’organizzazione territoriale e amministrativa. Sarebbe stato troppo facile ! Comunque toccherà al nuovo governo regionale affrontare il problema in relazione all’autonomia siciliana. Nino Minardo intanto è soddisfatto e dichiara “Ho attivato tutti gli strumenti in mio potere in qualità di parlamentare e di cittadino ibleo per far sì che il Governo si impegnasse a non cancellare la nostra provincia in maniera maldestra con ripercussioni pesanti su servizi per i cittadini”  La riforma dell’assetto istituzionale delle Province è stato il tema centrale di queste settimane e se ho deciso di assumere ogni iniziativa utile a modificare le scelte e gli effetti negativi del decreto sulla Spending Review, mobilitando anche e soprattutto il territorio, è stato per evitare decisioni dagli esiti dannosi che un territorio come quello ibleo non può subire tacitamente ed in modo centralista” – conclude Minardo.

 

di Redazione07 Ago 2012 17:08
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