Era ora!
La settimana in corso è servita per dare uno scossone al solito tran tran del consglio comunale di Ragusa. Chi ne ha seguio le vicende saprà che ben 3 consiglieri della maggioranza, nello stesso giorno, lunedi scorso cioè, hanno dichiarato di uscire dalla maggioranza. Era in verità nell’aria ma le motivazioni lette in consiglio hanno fatto scalpore per le accuse rivolte al gruppo e quindi al sindaco, Oggi c’è la risposta della neonata formazione vicina al sindaco, Direzione Ragusa:
La fuoriuscita dei consiglieri comunali Federico Bennardo, Rossana Caruso e Sebastiano Zagami dalla maggioranza ci ha lasciato pressoché indifferenti. Da oltre un anno i tre, pur rimanendo in maniera tanto formale quanto incongrua all’intero della maggioranza, hanno infatti avviato una politica ostile: al di là dei continui attacchi sulla stampa, strategie per far mancare il numero legale e assenze in commissione (negando la possibilità di essere sostituiti) sono oggettivi tentativi di intralciare l’attività amministrativa, provando a mettere pressione al sindaco e alla giunta nella speranza di ottenere chissà cosa. Ben venga quindi, seppur tardivo, questo atto di coerenza che mette alla luce due elementi inconfutabili: un coordinamento alle spalle dei tre, confermato dalla simultaneità della loro fuoriuscita; il voltafaccia compiuto non tanto ai danni dell’Amministrazione quanto nei confronti dei rispettivi elettori, che a loro avevano dato fiducia per sostenere il sindaco Cassì e il suo programma. Non ci resta a questo punto che auspicare che la via della coerenza venga perseguita fino in fondo e che la consigliera Caruso, prima vicepresidente del Consiglio comunale a percepire un’indennità economica a seguito di un emendamento regionale promosso dall’onorevole Ignazio Abbate, rinunci a questa carica. È ormai ufficializzato che Caruso, la quale ha ottenuto l’incarico grazie ai voti della nostra maggioranza a cui ha voltato le spalle l’indomani, non ci rappresenti più. Si dimetta, quindi, e sarà il Consiglio comunale, restituito delle proprie prerogative di scelta, a decidere se continuare ad attribuirle la carica o se assegnarla a una o un altro consigliere.