Recuperare le eccedenze alimentari

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Recuperare le eccedenze alimentari provenienti dall’agricoltura è una grande possibilità ma anche una sfida che attraversa tutti i comparti della filiera: produzione, trasformazione e distribuzione. Conoscere e comprendere numeri, percentuali e cause di queste eccedenze consente di focalizzare le energie di enti pubblici, imprese e terzo settore riducendo gli sprechi e trasformando in risorsa sociale queste eccedenze. È per questo che Fondazione Banco Alimentare ha promosso un’indagine, che è stata presentata ieri pomeriggio in un convegno dal titolo “Eccedenze in agricoltura: una sfida imprenditoriale che guarda al sociale” organizzato da Banco Alimentare della Sicilia ODV e Compagnia delle Opere Sicilia all’interno di Frutech, l’expo dell’ortofrutta  di Misterbianco.  Interessante la relazione di Niso Randellini.
Agricoltura e allevamento donano il 18% delle eccedenze, mentre il 48% arriva dalle imprese della trasformazione. Valori che devono essere considerati nel comparto di riferimento: le coltivazioni difficilmente diventano eccedenze: se sono di qualità vengono vendute o danneggiate da agenti atmosferici, se non sono buone non vengono raccolte. “La nostra ricerca pluriennale nel settore agricolo – ha precisato Randellini – ha rivelato che è complesso valorizzare le eccedenze, specialmente quelle prodotte in campo. Gli agricoltori sono scoraggiati dal raccoglierle a causa dei costi, costi che potrebbero essere sostenuti da agenti intermedi come il terzo settore, con il supporto dei volontari, per aiutare gli agricoltori e trasformare le eccedenze in donazioni. Un grande risultato in termini di benefici sociali. È possibile, inoltre, andare a intercettare le eccedenze nella fase della trasformazione che è dotata di magazzini logistici in cui si svolge la selezione del prodotto ‘adatto e non adatto alla vendita’ pur essendo, in entrambi i casi, un prodotto buono, sicuro e pronto per il consumo umano”. Perfetto, quindi per il recupero e la distribuzione da parte di enti del terzo settore.
Ogni famiglia spreca ogni anno circa 300 euro di prodotti alimentari l’anno ed i single sprecano proporzionalmente di più. Le imprese agricole più strutturate, che rappresentano circa il 15% del totale del settore, gestiscono le eccedenze e donano di più. Di conseguenza la ricollocazione delle eccedenze, inclusa la donazione, offre un valore aggiunto agli imprenditori in termini di reputazione e rappresentatività. Per questo Confagricoltura intende rafforzare accordi e protocolli già in essere con la Rete Banco Alimentare.
Inolltre si sra cercando insieme a Banco Alimentare di sviluppare la trasformazione delle eccedenze di prodotti ortofrutticoli, in conserve e sughi, per prolungare ulteriormente la loro possibilità di utilizzo mentre si è riscontrato che i donatori sono principalmente grandi imprese strutturate, che sostengono e promuovono l’economia circolare.
L’incontro si è concluso evidenziando che gli incentivi fiscali alla donazione ci sono e sono regolati dalla Legge Gadda, una normativa completa ma che deve sempre essere diffusa e applicata. Questo incontro ha gettato le basi per un lavoro congiunto e proattivo che, attraverso la collaborazione tra Banco Alimentare e il comparto agricolo, possa costruire modelli che arrecano benefici a tutti. Ma per realizzare tutto ciò è necessario il supporto del mondo accademico che fornisce conoscenza e competenza e, grazie al trasferimento tecnologico, può favorire la nascita delle buone pratiche di economia circolare”.
di Redazione01 Dic 2024 18:12
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