Trasporto merci è in crisi per mancanza di autisti”.
Purtroppo il tempo ci ha dato ragione e, come già da noi previsto un anno fa, in Italia il trasporto merci è in crisi per mancanza di autisti”.
Così Marco Piccitto, presidente dell’Ami- Autonomia Moderata Iblea che aggiunge: “già a settembre 2023 avevamo sollevato il problema e avanzato una serie di proposte per risolverlo, ma né sindaci né governo nazionale e regionale ci hanno ascoltato e ora siamo davanti all’inevitabile: in Italia mancano almeno 22mila camionisti”.
L’allarme è stato ora rilanciato, a livello nazionale, anche dalla Cgia di Mestre che afferma come trovare autisti da mettere alla guida di un Tir sia diventata un’impresa quasi proibitiva. Stress, impegno fisico e orario di lavoro che si distribuisce lungo la gran parte della giornata, per la Cgia, hanno reso questa professione meno attrattiva di un tempo. Non solo, permane ancora una forte barriera all’ingresso; per mettersi alla guida di un Tir è necessario, per legge, conseguire la patente di guida professionale (Cqc) che ha un costo di migliaia e migliaia di euro che scoraggia, in particolare i giovani, a intraprendere questo mestiere.
“Visto che la situazione non ha fatto che aggravarsi- aggiunge Piccitto- avanziamo anche un’altra proposta, oltre a quelle già elencate a settembre dello scorso anno: eliminare il ritiro della patente a chi effettua più ore di guida di quelle previste dalla legge. So per certo che si tratta di una anomalia tutta italiana, dato che (ad esempio) in Francia e in Spagna questa misura non è prevista. Piuttosto sarebbe necessario prevedere un verbale, da elevare alla ditta e non all’autista, il cui costo aumenta in base al numero delle ore svolte in eccesso. Siamo già sotto di 22mila autisti, se ai pochi rimasti togliamo la possibilità di lavorare non facciamo che accelerare questa implosione”.
Secondo Piccitto, infatti, se un autista effettua più ore del dovuto nella quasi totalità dei casi la responsabilità è da attribuire all’azienda per la quale lavora e a quella che destinataria della merce. “Se l’azienda che richiede gli articoli si trova a Torino non può pretendere di ricevere i prodotti, partiti da Vittoria, prima di 48 ore. Tante ne servono tenendo conto delle ore di guida e di quelle, obbligatorie, di riposo. Ovviamente non siamo per il ‘liberi tutti’. La patente va tolta assolutamente nei casi in cui l’autista viene trovato alla guida dopo aver consumato alcool o droga o se ha violato i limiti di velocità. In Francia sono molto severi, ad esempio, proprio sulla questione velocità che viene controllata e sanzionata anche retroattivamente, dato che la tecnologia consente alle forze dell’ordine di verificare anche lo storico del camion, con dei sistemi che registrano l’intera vita del mezzo”.
Per quanto riguarda la ricerca di nuove leve, poi, l’Ami ricorda quanto proposto già lo scorso settembre: “dobbiamo incentivare le persone a valutare anche questo lavoro. Un lavoro duro, pericoloso e non adeguatamente remunerato, se si tiene conto dei rischi. Anche qui nessuna proposta assurda, basta copiare quanto avviene in Inghilterra: parte dello stipendio lo paga l’azienda e un’altra parte (esattamente la stessa cifra) lo Stato. In questo modo lo stipendio degli autisti viene raddoppiato. In Italia, invece, si pensa a tamponare il problema valutando di portare l’età pensionabile a 70 anni!”.
Per incentivare l’acquisizione delle patenti, molto costose, Piccitto torna a proporre alle Amministrazioni Comunali di sostenere i costi per il conseguimento della patente idonea. “In questo senso avevamo già trovato un accordo con le scuole guida dislocate sul territorio provinciale, le quali si erano dette pronte a farsi carico della metà dei costi se i comuni si fossero impegnati a corrispondere il restante 50%. Un appello che però è rimasto ancora una volta inascoltato”.