Tanto tuonò che piovve
E alla fine potremmo dire tanto tuonò che piovve .
È di ieri sera, infatti , la notizia ufficiale del corposo giro di nomine e spostamenti attuati dalla Curia Ragusana per tutta la provincia iblea. Tra questi spicca ovviamente quello di Padre Floridia che per come sostengono i parrocchiani di Ibla è una evidente “punizione” dopo le note vicende del Patronato di San Giorgio. Tralasciando le motivazioni punitive, la realtà è che Padre Floridia dopo 35 anni di permanenza a Ibla, e a pochi anni dalla pensione, viene, con poco tatto e metodi discutibili , spostato a Vittoria.
Padre Floridia , in particolare, ha affermato di essere “amareggiato ma sereno”. Amareggiato soprattutto per il metodo che è stato portato avanti.
Evidentemente non sono serviti a nulla l’accorato appello della comunità e dei parrocchiani di Ibla di giorno 30 giugno e nemmeno le oltre 600 firme raccolte in pochi giorni anche questa volta a scongiurare l’allontanamento di Padre Floridia da Ibla.
Tutto inutile, tutta carta straccia finita nel cestino del Vescovo La Placa .
Entrare nelle logiche, nelle beghe, nelle divisioni, nelle invidie di una piccola Curia di Provincia, elementi tutti che possono aver portato alla decisione presa, non è assolutamente facile e non aiuta certamente la lettera, dai contenti di facciata, con cui il Vescovo La Placa giustifica le scelte effettuate.
Però tutto quello che è accaduto negli ultimi otto giorni, una riflessione lo merita, lo impone quasi.
Mettendo volutamente da parte il senso ” punitivo” del provvedimento adottato dal Vescovo, emerge con forza il grande scollamento, la grande frattura, della Curia Ragusana rispetto agli insegnamenti della Chiesa voluta da Papa Francesco.
Non si può, infatti, non evidenziare, infatti, come nell’idea di Papa Francesco la Chiesa è sinodale ascolta il mondo e non soltanto sé stessa.
Il Sinodo 2021-2024, che finora ha coinvolto milioni di persone in tutto il pianeta, può essere descritto come un esperimento partecipativo, forse il più ampio mai tentato a livello globale. Portarlo avanti ha richiesto di mettere a punto gli strumenti per ascoltare le persone nei diversi contesti locali in cui la Chiesa è presente.
Dopo l’ascolto, il metodo sinodale prevede un forte momento di dialogo per mettere a fuoco i punti di convergenza, ma anche le divergenze . L’obiettivo è pratico: identificare una direzione lungo cui procedere insieme. In altre parole, il metodo mira alla costruzione di un consenso che non è definito come convergenza della maggioranza minima indispensabile (la metà dei partecipanti più uno), che così “vince”, in opposizione a una minoranza che invece “perde” Si tratta piuttosto di costruire un equilibrio che consenta a tutti i partecipanti di sentirsi rappresentati dalla conclusione comune.
In tutto questo emerge con forza il ruolo che il processo sinodale ha ritagliato per i vescovi . Sperimentare, e aprire ciascuno nella sua diocesi la fase della consultazione e dell’ascolto, dare vita alle istituzioni incaricate di portarle avanti e infine certificare che la sintesi finale corrisponde al processo e che questo si è svolto con modalità effettivamente sinodali.
Orbene , è di tutta evidenza che tutto quello che la Chiesa e soprattutto Papa Francesco con la grande opera Sinodale ha sapientemente costruito , nella fattispecie che riguarda Ibla e Padre Floridia non è stato messo in atto dal Vescovo La Placa .
Gli accorati appelli che si alzavano dal popolo Dio , dalla Comunità Iblea dai parrocchiani non sono stati minimamente tenuti in considerazione mettendo in atto metodologie vecchie, miranti esclusivamente a dimostrare e riaffermare una ” autorità” forte che non tiene conto delle istanze che arrivano dal basso.
Un sicuro passo indietro per la Chiesa Ragusana che ha perso una grande occasione per dimostrarsi al passo coi tempi e in sintonia con gli insegnamenti di Papa Francesco.