Una ricetta per la sanità pubblica.
La Cigl iblea cerca soluzioni per intervenire in modo produttivo nel campo della sanità nella speranza di riuscire a fermare l’inesorabile declino del sistema. Nel sud la sanità pubblica è da sempre strutturalmente indietro per qualità e quantità di servizi rispetto alle aree del centro nord del Paese. Non solo a livello di strutture ospedaliere ma anche e soprattutto per ciò che riguarda la medicina e i servizi territoriali.
La Cgil di Ragusa propone alla rete di Associazioni, movimenti, comitati e cittadini la costituzione
di un Forum provinciale per la difesa e la promozione della Sanità Pubblica, con l’obiettivo di
unire tutte le forze e le realtà già impegnate in questa battaglia. E’ stato organizzato un incontro che si terrà martedì 5 marzo 2024 alle ore 17 alla Cgil di Ragusa in vico Cairoli 29. Occorre unire le forze per una battaglia contro le politiche del governo nazionale e regionale affinché possa esserci un inversione di tendenza sulla spesa pubblica, per adeguarla alle esigenze di un SSN di qualità. Ma occorre al tempo stesso guardare alle scelte di carrettate economico, organizzativo e gestionale dell’ASP di
Ragusa puntando l’attenzione sulle relazioni con il sistema privato, le convenzioni e le esternalizzazioni, rivendicare trasparenza rispetto alla gestione della spesa, soprattutto in materia di assunzioni. Al tempo stesso vanno affrontate questioni basilari come l’accoglienza dentro le strutture sanitarie, l’organizzazione degli uffici guardando al rispetto dell’utenza ma anche del
personale sanitario in prima linea costretto a confrontarsi quotidianamente con le carenze del sistema affrontando le insoddisfazioni e le proteste di chi si vede negato il diritto alla salute. Il Servizio Sanitario Nazionale, segnato da inaccettabili diseguaglianze regionali, ormai è profondamente indebolito e sta rischiando il collasso, mentre il Governo continua a tagliare e
disinvestire nella sanità pubblica. Le lunghe liste d’attesa per esami diagnostici, compresi quelli
prescritti con urgenza, spingono sempre di più le persone a rivolgersi alle strutture private pagando
costi altissimi. Lo scorso anno la spesa privata sostenuta dai cittadini per potersi curare ha superato
la cifra record di 40 miliardi. E il numero di persone che ha dovuto rinunciare alle cure per motivi
economici è cresciuto in modo esponenziale. Tutto questo è inaccettabile. È a rischio il diritto
costituzionale alla salute. Facendo un raffronto con gli altri Paesi europei per spesa sanitaria
pubblica, assistenza, dotazioni organiche l’Italia risulta essere molto al di sotto della media.
Occorrono più risorse e al contempo serve riorganizzare l’intero sistema sanitario, per garantire
l’effettiva presa in carico delle persone, nel giusto equilibrio tra prevenzione, assistenza ospedaliera
e territoriale. Il Servizio Sanitario Nazionale, già strangolato dal Governo con la riduzione delle risorse rischia di
implodere inesorabilmente e di far crescere ulteriormente le diseguaglianze, soprattutto con
l’attuazione del progetto di autonomia differenziata. Per queste ragioni, insieme occorre una
mobilitazione dentro un percorso che non si esaurisce nelle singole iniziative ma che costruisca
stabili relazioni tra le diverse realtà per la difesa del diritto alla salute.