Siamo… preoccupati
Articolo di Peppe Lizzio.
Due importanti report ,recentemente pubblicati, hanno interessato , per i non esaltanti dati la città di Ragusa.
Il primo è quello dell’ARPA Sicilia sulla qualità dell’aria in Sicilia nel 2022. A pagina 37 del rapporto e anche che nelle considerazioni finali, si legge che “nel 2022 non sono stati registrati superamenti del valore limite come media annua del particolato fine PM10 (40µg/m3, cioè 40 microgrammi al metro cubo) ), ma è stato superato il valore limite come numero di superamenti della media su 24 ore nella stazione di Ragusa sita a Villa Archimede (superamenti nel 2022 pari a 41 giorni)”. Il numero di superamenti registrato a Ragusa è superiore a quello ammesso dal D.Lgs. 155/2010, fissato a 35. Pertanto il capoluogo ibleo ha superato di 6 giorni il numero massimo previsto dalle norme sul particolato fine, PM10.
È opportuno ricordare che il particolato fine (o poveri sottili, come spesso denominato) è particolarmente temuto. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, nel mondo quasi 7 milioni di persone ogni anno muoiono a causa dell’inquinamento atmosferico.
In Europa esso rappresenta il principale fattore di rischio per la salute.
Tra le sostanze inquinanti, soprattutto il particolato fine è una delle più nocive per la salute.
Emerge quindi che in Città ci sono zone in cui le concentrazioni di particolato fine dovrebbero cominciare a preoccupare e una di queste è nel centro urbano di Ragusa.
Il particolato fine può avere sia un’origine naturale e sia antropica (combustioni e altro). Tra le sorgenti antropiche un importante ruolo è rappresentato dal traffico veicolare.
Quest’ultimo è il maggiore indiziato nel caso dei 41 giorni di concentrazione di PM10 a Ragusa.
Il secondo importante report pubblicato, è quello dalla Fondazione Gazzetta Amministrativa della Repubblica italiana, nell’ambito del progetto ‘Pitagora’, che prende in esame i costi sostenuti nel 2022 da Regioni e capoluoghi di Provincia in tema di spesa per le bollette di luce, gas e acqua.
Da questo studio, emerge che sono sette i capoluoghi di provincia italiani meno ‘efficienti’ cioè quelli che ottengono il rating C, il più basso. Tra questi sette Ragusa detiene il non esaltante primato di essere la Città che spende di più in luce. Consumi alti anche per gas e acqua.
Nello specifico, si spendono € 19.598.429,17 (energia elettrica), € 233.740,93 (gas), €162.986,58 (acqua).
La cifra spesa per energia elettrica è veramente ingente e non può essere spiegata con la sola circostanza che a Ragusa si spende tanto per il sollevamento dell’acqua da immettere nella rete idrica.
In conclusione.
I dati che emergono chiaramente da entrambi i report , sono dati preoccupanti per i ragusani. Sia per la salute, che per le tasche degli stessi.
Spendere una cifra così ingente per energia elettrica significa non avere a disposizione risorse da destinare ad altri servizi pubblici di importanza fondamentale.
È auspicabile, pertanto, che all’interno della Amministrazione comunale quanto emerso venga debitamente attenzionato e si possano attuare serie politiche di efficientemente energetico e di miglioramento della qualità dell’aria.
È necessario , in altri termini , un veloce cambio di passo in questi due importanti campi della vita quotidiana e che destano preoccupazione nei cittadini. Perché, al contrario di quanto è solito sostenere il sindaco Cassi, a quanto pare non va tutto bene in Città