Il turismo con il braccino corto. La nota di “Ibla presente e futuro”
Mi chiedo ma come facevano un volta i comuni a gestire l’organizzazione turistica senza la tassa di soggiorno. Eppure si andava avanti lo stesso anzi meglio perchè il turismo faceva parte dei capitoli di bilancio e rappresentava una voce dello stesso importante e congrua a secondo della visione strategica dell’amministrazione. Ora non più! Un sindaco può dire all’assessore in carica ti do un po’ della tassa di soggiorno e fai tu! E così tutto fa brodo, spettacoli, bande, uffici informazioni, chiese aperte, feste del patrono eccetera eccetera. Ma a Ragusa è successo qualcosa che non si era previsto. La tassa si è ridotta di molto e non sto a spiegarvi perchè visto che lo sanno tutti. Allora il sindaco cosa fa? Ci presenta un bel comunicato stampa pieno di idee ricche di prospettive che, a dire la verità, sono fotocopia di quanto era stato detto nel passato ma mai realizzato compresi piani strategici e indagini di mercato. Farcisce il tutto di belle parole e completa il tutto annunciando che è sua intenzione aumentare la tassa di soggiorno, fino ad un euro in più, per coprire le spese così cresciute. Per avere a coscienza “turistica” a posto il sindaco dice di aver sottoposto la proposta all’appena costituito osservatorio per il controllo della tassa dimenticando che questo è un organismo che può intervenire solo dopo, cioè dopo che si sono spesi e soldi, e si va a vedere come hanno operato, chiedendo conforto nel loro assenso. A parte il fatto che l’organismo suddetto è composto in gran parte da consiglieri comunali che hanno per regolamento il compito di controllare le spese mi sembra che ne facciano parte, inoltre, solo albergatori e gestori di B&B senza nessuna rappresentanza di tour operator, agenzie di viaggi, vettori, trasportatori, organizzatori di servizi ed escursioni, ristoratori e altre categorie essenziali nel business programmato dell’incoming. Questo vuol dire che il panorama che ne vien fuori è molto distorto perchè offre un solo punto di vista ed il sindaco, da assessore al turismo, avrebbe dovuto capirlo. Ma il problema è sempre quello: il turismo è una voce che è bella solo a parole ma senza spendere soldi. A meno che non si auto-alimenti con la tassa di soggiorno. Questa sta accadendo a Ragusa che, come ho detto nel passato, avendo di fatto il sindaco lasciato questo settore ad altri, ha bisogno di fondi per farli lavorare o almeno per far vedere che lavorano. Ma c’è anche il fatto che tanti del settore non sono d’accordo e lo si capisce. Ad esempio quelli dell’associazione di “Ibla presente e futuro” hanno scritto questa nota: A seguito di un incontro dei suoi associati, manifesta ed evidenzia molteplici perplessità in merito alla nuova proposta del sindaco di alzare, nuovamente, l’ammontare della tassa di soggiorno.
Da un lato, si rileva l’uso discutibile che ne è stato fatto negli anni passati dove somme rilevanti sono state impiegate per finalità estranee a quelle indicate nell’apposito regolamento.
Dall’altro, si evidenzia il fatto che detto aumento renderebbe l’ imposta di soggiorno ragusana più cara di quella di altre città siciliane a vocazione fortemente turistica. Prima tra tutte Siracusa dove, al contrario di quanto si vuol fare a Ragusa, per incrementare le entrate derivanti da tale imposta si attivano politiche tese ad aumentare le presenze dei turisti piuttosto che ritoccarne continuamente l’importo.
Dall’ altro ancora, alla luce delle sommarie informazioni fornite dal primo cittadino in merito alle modalità mediante le quali “mettere a terra” il Piano Strategico del Turismo”, si riscontrano, sul punto,, una serie di criticità e di incoerenze che potrebbero facilmente trasformarsi, ancora una volta come è già accaduto, in enormi sprechi di denaro pubblico.
L’ associazione, con spirito costruttivo di collaborazione, si mette a disposizione per chiarimenti nel merito qualora l’amministrazione lo ritenga opportuno.