Emergenza sanità le dichiarazioni di Riccardo Schininà
“La situazione degli ospedali siti nel comune di Ragusa è in una condizione emergenziale sia per il personale sanitario che per i pazienti”.
A lanciare il grido d’allarme è il candidato sindaco Riccardo Schininà, facendo seguito all’incontro dello scorso giovedì (16 febbraio) nel corso del quale i Sindaci iblei hanno incontrato il Commissario dell’ASP di Ragusa per verificare le strategie che quest’ultimo intende porre in essere sulla gestione delle strutture ospedaliere. Ma sino ad oggi – rileva Schininà – non si è avuta alcuna comunicazione ufficiale sull’esito dell’incontro avuto, sulle decisioni assunte o scelte concordate. E così a fronte di tale ingiustificabile silenzio rispetto a tematiche talmente importanti per i cittadini e le cittadine, Riccardo Schininà non ha mezzi termini nel chiarire la propria posizione in merito: “Rispetto a questa situazione di collasso del sistema sanitario ragusano ed in considerazione del fondato timore di una politica modicacentrica nella gestione, il dialogo con l’ASP non potrà essere gestito con gentilezza, sobrietà, diplomazia e debolezza come avvenuto in questi ultimi cinque anni, bensì con forte determinazione ed autorevolezza, che appartengono alla politica e al
saper amministrare. Non ci si può non indignare – sottolinea Riccardo Schininà – di fronte alla mancata
esecuzione della sentenza del TAR Catania la quale impone l’istituzione della stroke unit per gli interventi di
urgenza all’ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa. Non ci si può non indignare di fronte alla chiusura di
reparti come otorinolaringoiatra o nefrologia e di fronte al tentativo di chiusura del reparto di pediatria,
temporaneamente aperto con soluzioni contingenti grazie alla protesta di un comitato di mamme, anziché
alla levata di scudi della politica. Non ci si può non indignare dinnanzi a liste di attesa di mesi per interventi
chirurgici programmati o per indagini diagnostiche come una tac o una colonscopia impedendo controlli
immediati a pazienti che non possono permettersi i servizi della sanità privata. Non ci si può non indignare di
fronte ad attese di ore in Pronto soccorso in condizioni di disagio nonostante le linee guida prevedano
interventi immediati per i codici rossi ed interventi di non oltre 20 minuti per i codici gialli. Non possiamo non
sollevare una protesta rispetto al mantenimento del divieto per le neo-mamme di avere assistenza notturna
da parte di una loro parente, divieto mal giustificato dalla persistenza non reale dell’emergenza Covid.
Rispetto a tutto ciò – evidenzia Schininà – il sindaco di Ragusa, essendo il principale responsabile della
salute dei propri concittadini ed avendo per legge poteri di programmazione, di controllo e di giudizio
sull’operato del direttore generale dell’ASP, deve giornalmente vigilare sull’operato dell’Azienda sanitaria
provinciale a difesa delle strutture sanitarie presenti sul territorio ragusano. Se così non fosse, sarà nostra
cura denunciare politicamente e non solo chi gestisce l’ASP in occasione del prossimo indebolimento
sanitario dei reparti negli ospedali di Ragusa; qualora non venga data attuazione alla sentenza del TAR che
impone l’istituzione della stroke unit al Giovanni Paolo II; qualora prima della scadenza del contratto di
locazione degli uffici in via Giuseppe Di Vittorio non si provveda ad adeguare per uso ufficio i locali
dell’ospedale Civile di proprietà dell’Azienda sanitaria, in modo da risparmiare annualmente centinaia di
migliaia di euro e rivitalizzare il centro storico della nostra città ed infine qualora permangano tempi di attesa
da terzo mondo per le cure d’emergenza e per le cure diagnostiche”.
Una situazione non più procrastinabile su cui Riccardo Schininà ha le idee ben chiare nel merito e nel
metodo: “Nel rapporto tra il Comune e l’ASP riteniamo necessario che ritorni la politica. Il ritornello “Non è di mia competenza” lo rispediamo al mittente perché tutto ciò che riguarda la vita quotidiana dei cittadini e delle
cittadine di Ragusa è priorità e preciso impegno politico di chi amministra”.