Cassì e l’accordo con Massari per le amministrative. Possibile un passo indietro?

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Calando sul tavolo del centrodestra la carta di Pasquale Spadola quale possibile candidato unitario, pare che Fratelli d’Italia abbia impensierito non poco il primo cittadino Cassì che, fino a questo momento, ha giocato una partita solitaria che puntava a far approdare tutti sulla propria proposta senza cedere nulla e contando sull’unica leva possibile per mostrare forza: essere il candidato sindaco uscente.
Nel quadro di un centrodestra privo di un nome all’altezza, Cassì ha gestito le trattative senza grossi compromessi. Ai meloniani che cinque anni fa gli avevan dato il simbolo e mille voti (ottenendo in cambio solo scortesie più o meno palesi) ha chiesto di rinunciare alla propria identità, quella di essere, oggi, la principale forza di Governo a Roma e a Palermo. Una pretesa politicamente incomprensibile se non si voglia credere davvero a quel soliloquio sulla politica e sui politici che sarebbero cosa brutta tanto da credere nell’inutilità dei partiti, “per essere un uomo libero dai diktat delle segreterie” e dover assecondare, invece, i capricci dei movimenti civici… Facile finché il movimento civico è uno e uno solo e, per di più porta il tuo nome. Stessa linea – la richiesta di rinuncia al simbolo – per tutte le altri componenti del centrodestra che, giustamente, hanno temporeggiato il più possibile.
Analogo il comportamento nei confronti di esponenti di altra estrazione politica: con Giorgio Massari ci sono stati vari abboccamenti, ma la pretesa di non voler rivedere la Giunta in funzione di una alleanza ha generato qualcosa di simile a uno stallo.
Da ieri sera, però, il quadro sarebbe cambiato: dicono le malelingue che Cassì stia ora facendo nuovi calcoli, pallottoliere alla mano, pronto a fare un passo indietro sull’accordo con Massari.
Qualcuno deve avergli fatto notare che mentre nel centrosinistra si sta muovendo una compagine già piuttosto compatta e con il motore che sta scaldando intorno al candidato Riccardo Schininà, le uniche forze sulle quali ad oggi può contare – oltre se stesso – sono i propri consiglieri, qualcosa portato da Massari, sempre che l’alleanza si concretizzi e che l’ex sindaco voglia candidarsi al Consiglio comunale, e tre consiglieri che fanno riferimento a un parlamentare regionale di un’altra città. Insomma, non proprio una macchina da guerra e di questo Cassì sembrerebbe preoccupato.
Che figura ci farebbe, poi, il sindaco Cassì grande amico del ministro Musumeci e dei vari Sallemi e Assenza, a trovarsi in competizione appoggiato solo da un esponente di sinistra? Rischierebbe forse di passare per uno di sinistra anche lui?
Ecco la tentazione alla quale starebbe pensando, sempre secondo le malelingue: stoppare Pasquale Spadola in qualsiasi modo, rimettendo in discussione tutto, rimangiandosi lo sdegno sui partiti e l’intoccabilità dell’attuale Giunta, aprendo tutte le porte purché possa avere un’arma in più, anche una sola, per combattere Schininà.
Bisognerebbe convincere Spadola, che i bene informati danno già in corsa con notevole entusiasmo, a fermarsi subito evitando a Cassì d’arrivare buon terzo in questa competizione.
Il sasso, però, sembra che abbia già cominciato a rotolare…

di Leandro Papa21 Feb 2023 17:02
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