Eolico offshore. Occorre darsi una mossa.[ video]
Non sappiamo se ci sia davvero questa intenzione e cioè quella di riempire l’orizzonte della costa iblea con decine di pale eoliche ma sarebbe il caso di pensarci su per un po’ di tempo. E’ vero che c’è bisogno di energia ma è questo il sistema?. Sia per il sole che per il vento la Sicilia viene riempita di impianti sia a terra che in mare. Ma c’è la possibilità per noi cittadini di dire la nostra e manifestare il consenso o il dissenso? Sembra di no eppure da ogni parte si dice che bisogno conservare anche l’immagine di un territorio e forse il panorama guardando il mare dalle alture iblee non sarà più lo stesso. Abbiamo realizzato questa intervista telefonica con un esperto che naturalmente vede la cosa abbastanza positivamente . Della questione si è interessato anche l’on Ragusa che ha dichiarato: ; “Le richieste relative alle concessioni demaniali marittime per la realizzazione di impianti eolici off shore nel tratto di mare antistante la costa tra Scicli e Pozzallo devono spingere questo territorio a darsi una mossa, a verificare la propria identità e, soprattutto, ad avviare delle interlocuzioni che possano risultare le più proficue possibili evitando che si sia costretti a fare i conti, ancora una volta, con scelte calate dall’alto”. “Pur non avendo più un ruolo attivo – afferma l’on. Orazio Ragusa,– ritengo opportuno che si faccia qualcosa e che ci si muova lungo la direzione che, secondo molti, dovrebbe essere quella più adeguata, facendo sì che il territorio possa avviare un confronto con chi intende utilizzare il nostro mare per trarre profitti, sebbene ciò accadrà attraverso l’utilizzo di energia pulita. E’ chiaro come il momento che viviamo risulti essere molto particolare. C’è bisogno di energia. In maniera inedita e più a buon mercato rispetto al passato. Per questo, facendomi portavoce di tali legittime esigenze, ho chiesto al commissario straordinario del Libero consorzio di farsi promotore di un incontro tra tutti gli enti territoriali interessati cosicché si possa decidere una strategia comune. Non possiamo correre il rischio, anche stavolta, così come è accaduto in altre circostanze, di rimanere spettatori di un simile cambiamento epocale senza riscontri specifici per la nostra provincia che mette a disposizione il proprio habitat. Ecco perché ritengo sia opportuno fare sentire la nostra voce”.