Occorre intervenire sulla sanità iblea
Che ci sia la necessità di sapere chi deve guidare l’Asp di Ragusa è cosa scontata e fanno bene i sindaci iblei a fare un’azione di sensibilizzazione nei confronti della Regione per accelerare la nomina del manager. Sappiamo che dietro a questa nomina ci sono dei veti incrociati e quindi per superare queste difficoltà politiche, che includono gli onorevoli locali è necessario alzare la voce. Ma il problema non è solo avere il manager ma piuttosto poter intervenire su quelle criticità gravi che partono dalla mancanza dei medici e la chiusura conseguenziale di reparti vari fino alle difficoltà strutturali. Solo qualche giorno fa un cittadino ci mandava le foro dell’ingresso al Giovanni Paolo con queste segnalazioni: Ambulatori all’ ospedale. Oggi non c’erano sedie a rotelle disponibili per condurre i pazienti dal parcheggio agli ambulatori. Dal parcheggio all’ingresso c’è un lungo marciapiedi scoperto, anche con pioggia, vento, che i pazienti dimessi devono affrontare. Dietro il bancone reception ci sono delle porte che danno all’estero con possibilità di avvicinarsi con l’auto. Ma è scoperto, all’acqua e al vento, poi c’è un gradino difficoltoso da superare con eventuale sedia a rotelle. Piccole cose che diventano grandi e che potrebbero essere sistemate senza fatica ascoltando i pazienti.
Comunque ecco la nota dei sindaci Iblei. La nostra sanità patisce note e diffuse criticità che penalizzano tutti i presidi ospedalieri della provincia, e più in generale l’attività sanitaria del territorio. In questo contesto, che la Regione non si decida alla nomina dei nuovi vertici dell’Azienda Sanitaria è inaccettabile”.
È questa la posizione perentoria dei sindaci del Comuni della Provincia di Ragusa, che rivolgono un forte appello al Governo Regionale.
“Chiediamo quindi fortemente che si provveda quanto prima alla nomina,
restituendo ai sindaci ed ai territori la naturale funzione di orientamento delle scelte,
con l’obiettivo di mettere al centro il benessere del paziente e il diritto degli operatori
sanitari a lavorare nelle migliori condizioni possibili”.