Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur

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Mentre a Roma si discute Sagunto viene espugnata. La citazione latina riportata nel titolo sembra “precisa precisa” per spiegare cosa sta accadendo alla raffineria di  Priolo. Non sono un petroliere, purtroppo, e non ho interessi personali  ma seguo, tra i pochi per la verità,  la vicenda da tempo. La data ultima per agire è il 5 di dicembre quando scatterà l’embargo per l’importazione del petrolio russo. Vuol dire che se entro quella data non si troveranno soluzioni la raffineria non avrà piu nulla da raffinare e sarà costretta a chiudere i battenti. C’è un colpevole ritardo del governo precedente, team di Draghi, che ha preferito fare da paciere piuttosto che occuparsi dei casi nostri. Lo abbiamo ripetuto tante volte. Se Priolo chiude vanno a casa migliaia di persone con quello che ne consegue.   Ma torniamo alla citazione latina. Sappiamo della convocazione delle parti sociali disposta dal ministro dello Sviluppo economico per venerdì 18, in grande ritardo per trovare una soluzione praticabile ma almeno c’è un primo passo. Leggiamo su questo una nota della Uil  che critica la decisione della CGIL che ha scelto di confermare lo sciopero del settore industria per il 18 con corteo a Siracusa. “Non escludiamo in futuro il ricorso allo sciopero generale, come soluzione estrema, ma riteniamo che attualmente siano più utili altre forme di mobilitazione in considerazione dell’incontro del 18”. Noi non siamo d’accordo sullo sciopero generale del settore, continua la UIL  e ribadiamo per quel giorno, nel corso della riunione, la necessità di un presidio dinanzi al Ministero in modo da far sentire e vedere la presenza dei veri protagonisti: i lavoratori di Lukoil e del petrolchimico siracusano. Questa è una vertenza di rilievo nazionale. Merita, quindi, di oltrepassare i confini territoriali e raggiungere i luoghi delle istituzioni politiche perché a esse spetta offrire soluzioni concrete e immediate rispondendo anche alle nostre richieste di intervento della Sace e di nazionalizzazione”. Insomma non vorremmo appunto che ci si perda in discorsi inutili e si arrivi in ritardo ad una soluzione. Intanto non sappiamo neanche cosa stia accadendo in Ucraina ma non pensiamo che si possa risolvere tutto in breve tempo. In  altre nazioni si è provveduto alla nazionalizzazione degli impianti oppure a giocare sporco attuando la famosa triangolazione delle fonti cioè fare acquistare ad un paese terzo il greggio  che poi viene passato all’Italia  senza parlare di Russia. Meglio così che chiudere.

di Direttore12 Nov 2022 19:11
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