Niente sarà più come prima! Bisogna adattarsi
Antonello Fiore, geologo, Presidente Nazionale della Società Italiana di Geologia Ambientale che domani sarà a Roma per partecipare alla Conferenza sulla Gestione del Ciclo Integrato Dei Rifiuti nell’ottica della Transizione Ecologica in merito alla tragedia sulla Marmolada ha dichiarato: Gli scenari a cui assistiamo oggi sono stati tracciati da diverso tempo dagli scienziati. Bisognava aumentare la consapevolezza che nelle aree montane si possono verificare fenomeni del genere anche in Italia e dobbiamo aspettarcene altri in futuro. Eventi del genere in Italia non si sono mai verificati prima. Le alte temperature dei mesi scorsi e la mancanza di manto nevoso che protegge il ghiacciaio lasciavano pensare che probabilmente ci sarebbe stato un aumento della parte di ghiaccio che si sarebbe fuso. Questo fenomeno rientra in quegli equilibri che si stanno modificando velocemente in seguito ai cambiamenti climatici. Le temperature non erano alte solo ieri, ma sono più alte da mesi. Gli effetti del cambiamento climatico riguardano la rottura molto veloce degli equilibri che si sono creati in natura in periodi molto lenti. Quello che abbiamo visto ieri è solo un aspetto. Altri effetti li vediamo in pianura, dove i fiumi sono senz’acqua, o sulla costa, dove ci sono problemi di sollevamento del livello del mare, quindi la salinizzazione delle falde costiere”. “Nel caso della siccità, l’acqua che non stiamo vedendo nei corsi d’acqua ritornerà con piogge violente. Le alte temperature aumentano l’evaporazione del Mar Mediterraneo, che è un hotspot per i cambiamenti climatici. Questa, nel momento in cui saturerà l’atmosfera e si incontrerà con le correnti del Nord – ha continuato Fiore – provocherà nubifragi. Nei prossimi mesi quindi, ci saranno conseguenze che rientrano tutte negli effetti del cambiamento climatico a cui dobbiamo adattarci. I cambiamenti climatici si affrontano su due aspetti: mitigazione e adattamento. Nel caso della siccità, dovremmo intervenire sulle reti idriche per recuperare il 40% dell’acqua che perdiamo. Oppure dobbiamo recuperare l’acqua dei depuratori e riutilizzarla in agricoltura, stoccare i laghetti collinari ed adattare l’agricoltura. Ad esempio, se una zona ha una disponibilità idrica incompatibile con un determinato tipo di coltura di quel periodo, bisogna cambiare coltura e mettere i terreni a riposo. Nel caso degli allagamenti urbani invece, bisogna fare la manutenzione dei tombini, potenziare la rete di drenaggio per lo smaltimento delle acque piovane, ridurre il consumo del suolo”. “Per quanto concerne quell’area della Marmolada, possiamo dire che potrebbe avere una sua evoluzione naturale. Quindi se le temperature aumenteranno, verrà giù anche l’altro pezzo di ghiaccio. Si individueranno aree più sicure per continuare a fare le escursioni. Questo implica che va rafforzato il rapporto tra enti di ricerca e istituzioni – ha dichiarato Antonello Fiore – per monitorare i dati e gestire meglio il territorio per prevenire o ridurre pericoli per gli escursionisti. Il turismo sportivo e ambientale va sostenuto in sicurezza. Su tutto l’arco alpino, sopra i 2.500 metri di quota, ci sono circa 25-30 stazioni di monitoraggio, proprio perché sono in corso cambiamenti climatici. Queste ultime vanno incrementate per avere un quadro più completo, che può cambiare anche di valle in valle”. “Gli scenari a cui assistiamo oggi sono stati tracciati da diverso tempo dagli scienziati, che hanno sempre detto che gli effetti del cambiamento climatico difficilmente si riusciranno a fermare. Il clima del Nord Europa è condizionato dalle correnti del Golfo del Messico che potrebbero essere modificate presto in seguito allo scioglimento dei ghiacciai. Se queste cambiano, il clima del Nord Europa cambierà e probabilmente sarà confrontabile con quello del Canada. Una volta che si innescano questi meccanismi, difficilmente si riescono a contenere. La preoccupazione c’è e non credo che riusciremo a mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Desidero che si faccia sempre più trasferimento di consapevolezza per l’adattamento.