Obbligo e costi per l’esercente. Il Codacons dovrebbe intervenire

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Lo Stato mira a individuare  gli evasori ma non si preoccupa di far pagare oltremodo i suoi contribuenti. Infatti se è vero che con la moneta elettronica c’è il tracciamento è anche vero che l’esercente si carica di un costo aggiuntivo che, seppur apparentemente minimo, ha invece un grande impatto economico… Infatti bisognerebbe  intervenire sulle banche affinchè si abbassino al minimo le commissioni che alla fine del mese avranno un impatto notevole. Basta fare un esempio. Alcuni esercenti sono solo degli intermediari, vedi le agenzie di viaggi, alle quali il tour operator riconosce un diritto d’agenzia del 10%. Un cliente compra una crociera, diciamo 3.000 euro e paga con una  carta di credito che ha un costo abbastanza contenuto diciamo  intorno al 2 per cento.. Questo 2 per cento però non sarà calcolato sull’agio dell’agenzia cioè sul 10% e cioè sui 300 euro di guadagno con un costo di circa 6 euro  ma inciderà su tutti 3 mila euro. L’agenzia pagherà alla banca 60 euro che equivale al 20% per cento della sua commissione.   Dunque è giusto perseguire i furbetti che non pagano le tasse ma neanche è giusto accanirsi contro quei piccoli esercenti che, tra costo del conto corrente e commissioni, perdono molto del loro utile. Lo stesso problema si pone in quei negozi dove si effettuano molte transazioni al giorno con un fatturato alto ma un utile molto ridotto, come ad esempio il settore alimentare. Alla fine del mese dopo migliaia di transazioni quello che verrà dato alla banca equivale allo stipendio di almeno due dipendenti.  Giriamo la questione al Codacons che giustamente mostra soddisfazione per l’obbligo imposto agli esercenti ma non si cura di questi ultimi che spesso sono le vittime predestinate dello stato.. Ecco il comunicato del Codacons.

Il 30 giugno 2022, così come da Decreto legge 36 del 30 aprile 2022 del Consiglio dei ministri (Ulteriori misure urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza PNRR), entreranno in vigore con 6 mesi di anticipo le disposizioni che, in caso di mancata accettazione da parte di esercizi commerciali, imprese e professionisti dei pagamenti con bancomat e carte di credito, prevedono una sanzione amministrativa di 30 euro, aumentata del 4% del valore della transazione per la quale sia stata rifiutata l’accettazione del pagamento. Ad esempio, in caso di rifiuto di un pagamento di 100 euro tramite il Pos, il commerciante andrebbe incontro ad una sanzione da 34 euro (30 euro di ammenda fissa e 4 euro per quella variabile). Saranno interessate dalla novità numerose figure professionali: artigiani come falegnami, fabbri e idraulici, ecc.; ristoratori e baristi; negozianti e ambulanti; notai, avvocati, ingegneri, geometri, commercialisti, medici, consulenti del lavoro, dentisti e professionisti in genere.   Già a partire dal 2014, grazie al decreto legge numero 179/2012 del Governo Monti, era stato introdotto in Italia l’obbligo per negozianti e professionisti di accettare i pagamenti con Pos, misura poi confermata ed estesa a partire dall’1 luglio 2020 dal decreto Fiscale collegato alla Legge di Bilancio (n. 124/2019). Nessuna delle due norme, tuttavia, aveva introdotto sanzioni per gli esercenti che rifiutavano pagamenti con carte e bancomat. Questo ha portato ad una situazione paradossale in cui ancora oggi numerosi negozianti in tutta Italia, pur possedendo il Pos, impediscono ai clienti di pagare con moneta elettronica, consapevoli che non andranno incontro ad alcuna multa.

di Redazione26 Giu 2022 18:06
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