[VIDEO] Finalmente il D-day è arrivato. Abbate lascia

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“Da lunedì non sarò più sindaco della città di Modica”. Così ha esordito Ignazio Abbate nella sua conferenza stampa di commiato  mentre elencava tutto quanto di buono ha fatto in questi anni. Abbate ha ringraziato cittadini modicani, la sua giunta, i consiglieri comunali e  i dipendenti comunali che in questi anni hanno condiviso il progetto della sua amministrazione. Ma non sono solo note positive.

Finalmente il D-day è arrivato. Cosi titolano il loro comunicato i consiglieri d’opposizione al comune di Modica. La notizia delle dimissioni di Ignazio Abbate finalizzate ad una candidatura alle prossime regionali, anche se da tempo nell’aria, suscita reazioni contrastanti. Per molti, questi 9 anni da lui guidati, per la città di Modica sono stati positivi anche se non si è riusciti ad uscire dalle difficoltà economiche e neanche a dare più speranze ai cittadini. Diverso invece l’impegno in abito turistico e di promozione.
Qui Abbate è stato bravo, ha saputo usare le poche armi a disposizione e oggi è un sindaco apprezzato. Almeno di facciata. Ma la verità è che Ignazio Abbate ha chiuso con un anno di anticipo il suo mandato per accettare la sfida della candidatura alle regionali. Un percorso non semplice né agevole tenuto conto che la lista che lui ha scelto dovrà superare non senza difficoltà la soglia del 5% su base regionale e che aleggia lo spettro della personale ineleggibilità dato che la irrevocabilità delle dimissioni (venti giorni dalla comunicazione al Consiglio Comunale (e non dalla protocollazione) come voluto dall’art. 11 L.R. n. 35/97 così come modificato dall’art.5 L.R. n. 17/2016) non pare rispettare la tempistica prevista dalla normativa sulle candidature alle elezioni regionali.
Il rischio che i voti che il candidato Ignazio Abbate riuscirà a raccogliere saranno difatto inutili non è da escludere a priori e lo stesso dimissionario ne è ben consapevole.
Dicono quelli del PD: pesante l’eredità che la sindacatura Abbate lascia alla città.  In materia di bilancio, in nove anni l’amministrazione uscente non è riuscita a far uscire il Comune di Modica dallo stato di ente strutturalmente deficitario con tutte le conseguenze che ne derivano tra le quali, ricordiamo, l’impossibilità di assumere dirigenti o intervenire su settori con carenze di personale come, ad esempio, il corpo di Polizia Municipale.
Abbate proclama di aver lasciato i conti in ordine: sarà il commissionario straordinario a dover sollevare i tappeti e far riemergere la drammatica realtà debitoria che il sindaco uscente ha incrementato e occultato.
Sul piano delle opere pubbliche si registra lo zero assoluto o quasi: poche le opere pubbliche progettate dalle precedenti amministrazioni che sono state portate a compimento e nessuna nuova grande opera pubblica degna di tal nome progettata. Le edicole cimiteriali private rimangono ancora transennate e inibite ai parenti dei defunti, il polo commerciale attende ancora dopo nove anni di essere completato e così come il contratto di quartiere dimenticato in qualche ammuffito cassetto.
In tema di urbanistica si assiste alla progressiva cementificazione del territorio (è ormai diventata di uso corrente nel comprensorio il termine modicanizzazione del territorio per indicare la cementificazione sfrenata) senza che vi sia in vigore un P.R.G. degno di questo nome.
Su quest’ultimo Abbate tace perché persino lui è consapevole dell’irrimediabile danno che ha arrecato alla città.
Preoccupante, infine, il livello di confronto democratico e politico in città ormai ridottai minimi termini con un Consiglio Comunale trasformato a una sorta di dependance dei
voleri del “conte” e non più organo di controllo, dibattito e proposizione sulle problematiche della cittadinanza.

di Redazione07 Mag 2022 15:05
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