Le primarie piacciono al centro sinistra ma..
Le primarie piacciono al centrosinistra e così anche in questa occasione, le elezioni per la presidenza della Regione, si è deciso di ricorrere a questa ottima forma di democrazia per individuare il candidato della coalizione per novembre prossimo. Lo hanno deciso alla fine il vicesegretario nazionale Peppe Provenzano e il segretario regionale Anthony Barbagallo ieri a Palermo in occasione di un incontro con il leader dei Cento Passi Claudio Fava. Saranno hanno detto anche un’occasione per rinsaldare lo spirito e gli obiettivi della coalizione: governare la Sicilia chiudendo l’esperienza opaca e deludente della giunta Musumeci. Le regionali saranno le prove generali delle politiche del 2023. Il centrosinistra cerca di approfittare delle difficoltà in cui si trova il centro destra spaccato sulla questione della ricandidatura di Musumeci che non piace più a Miccichè che lo ha detto e ridetto in cento interviste. Nelle primarie però c’è sempre il problema delle regole: si devono individuare i nomi e le modalità di voto oltre naturalmente a capire chi è abilitato a votare. Un accreditato giornale palermitano in merito dice: I dem sono tentati dall’ipotesi Caterina Chinnici, la candidatura dell’eurodeputata sarebbe a quella più quotata (all’interno della famosa triade con Giuseppe Provenzano e Pietro Bartolo) e considerata più attrattiva nei confronti della galassia moderata da conquistare per allargare il campo. I Cento Passi sono già in campo con Claudio Fava che ha dalla sua il vantaggio competitivo del fattore tempo. Più complessa invece la situazione interna al M5S. I pentastellati aspettano che Conte sciolga il nodo sul coordinatore regionale: i deputati regionali Nuccio Di Paola e Antonio De Luca restano sempre in pole position. Ma il Movimento rischia di non trovare la quadra sul nome del candidato alla presidenza. Uno dei nomi più quotati rimane quello del deputato regionale Luigi Sunseri. Ma ci sono almeno due fattori da tenere sott’occhio. Il fattore G come Giarrusso (Dino), l’eurodeputato giocando un po’ da outsider aveva dato la propria disponibilità a correre alle primarie (più volte invocate) e facendo storcere il naso ai suoi. Ma soprattutto il fattore C: Giancarlo Cancelleri. Ma la strada per una candidatura sembra abbastanza in salita. Infatti, non c’è ancora il via libera contiano per ovviare la regola dei due mandati. Secondo i bene informati l’ipotesi presa maggiormente in considerazione nelle stanze romane sarebbe quella di non consentire di superare il doppio mandato per l’elezione a una specifica carica, ma permettere agli storici portavoce di optare per una candidatura diversa. Per intenderci: chi ha svolto due mandati da parlamentare regionale potrebbe correre per un posto alla Camera e non chiudere di netto con l’esperienza politica. Sciolto questo nodo si dovrebbe definire un quadro più nitido