Le difficolta energetiche in tempo di guerra.
Siamo convinti che non si possa essere “anti” per partito preso o solo per “partito” senza poi neanche tenere conto della situazioni contingenti . Ci siamo accorti in questo ultimo mese che dipendiamo dal petrolio e dal gas russo soltanto perchè negli ultimi anni siamo diventati tutti ambientalisti. Tutti sono contro i pozzi ma si lamentano se la bolletta sale e chiedono al governo, ladro, di intervenire. Insomma le cose bisogna capirle dopo averle lette bene. Andiamo per ordine: La camera ha approvato una decina di giorni fa un ordine del giorno di Fratelli d’Italia che invita il governo a correggere il Pitesai, il piano della transizione energetica sostenibile delle aree idonee per estrarre più gas dal sottosuolo italiano. Il documento doveva dare un nuovo quadro di regole per estrarre risorse del sottosuolo e invece ha bloccato tutto facendo un errore gravissimo dicono quelli di FI. Al momento abbiamo un potenziale estrattivo nazionale che ammonta a 112 miliardi di metri cubi con un ulteriore potenziale di 50 miliardi, dei quali 46 miliardi sono certi, altri 46 miliardi probabili e infine 20 miliardi possibili . Il progetto presentato guardava ad altri obiettivi ma come capita spesso si mette da parte la ragione per seguire l’onda popolare. E’ chiaro che non è possibile pensare a soddisfare tutto il fabbisogno italiano di energia con quello che pensiamo che ci sia sotto di noi ma è necessario invece esplorare e fare ricerche proprio per non cadere nelle grinfie di paesi che incassano centinaia di miliardi al giorno vendendoci il loro gas. La situazione è interessante ma tutta da interpretare anche in Sicilia dove sappiamo che ci sono giacimenti di petrolio e gas che potrebbero integrare gli acquisti e abbassare la bolletta. Giustamente quindi si guarda con interesse a possibili imprese che si impegnino nella ricerca ed estrazione di combustibili fossili. Se questo si può fare proprio per la nostra economia non è giusto farsi prendere la mano dall’”ambientalismo” che il “foglio quotidiano” definisce Putiniano.
Ora c’è una nota del PRC che giudica strano che un Ministero denominato “per la Transizione Ecologica” conceda il via libera alle trivellazioni in buona parte del Territorio siciliano bypassando qualsiasi tipo di vincolo e/o tutela e non orientandosi verso fonti rinnovabili bensì verso le estrazioni di petrolio e gas, dimostrando più attenzione verso il passato che verso il futuro. Ora secondo molti economisti è stato sbagliato bloccare le ricerche in buona parte del Paese, ed è invece positivo autorizzare le ricerche di petrolio e gas su circa il 70% del territorio isolano. il PRC forse non considera che le reali potenzialità dell’eolico sono limitate mentre le aziende cosiddette energivore necessitano di ben altre risorse. Infine pensiamo che proprio Ragusa non possa lamentarsi del suo passato all’insegna del petrolio .
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