Fuori dal coro!
All’indomani della presentazione del progetto di fusione tra Comiso e Catania ci saremmo aspettati un coro di proteste, almeno dalle forze politiche locali, che avrebbero dovuto lamentarsi per l’evidente sconfitta che il territorio deve accusare.
Si perchè l’aeroporto non è solo della città di Comiso che invece è la principale colpevole di aver aperto le porte a Catania all’inizio della storia. L’aeroporto era, e forse è ancora, di proprietà di tutta quest’area della Sicilia Sud Orientale che da almeno 25 anni si è battuta con tutte le sue forze, politiche, sociali e giornalistiche per trasformare la base americana in nuova linfa per l’intera economia iblea .
Ieri invece abbiamo assistito non ad un progetto di crescita, come cercano di spiegarci, ma alla perdita dell’intera struttura ceduta, per manifesta incapacità gestionale, a chi, fin dall’inizio, con malvagia strategia ha agito con una sola finalità: fagocitare il Magliocco!!!
Per obbligo d’informazione dobbiamo dire che l’unica voce che abbiamo sentito sulla vicenda è quella dell’on Campo che si è posta questa domanda : “Che fine farà l’aeroporto di Comiso e dietro gli annunci di Musumeci e Torrisi cosa si nasconde ? Interrogativi di cui si parla troppo poco”.
Purtroppo, però, ora non è più il tempo di parlare. Se si vuole impedire che lo scalo aeroportuale diventi solo una pista d’emergenza, come secondo noi vuole fare Catania, bisogna agire. Bisogna coinvolgere i comuni, quelli che ragionano, i sindacati e quindi i politici per bloccare l’insano progetto. Bisogna fare interrogazioni, protestare e denunciare nelle sedi opportune, mostrando i documenti che testimoniano certi passaggi poco chiari.
Vorrei ricordare che chi vi scrive ha speso questi ultimi anni a dire che lo scopo catanese non è mai stato quello di far crescere lo scalo casmeneo.
Con l’ausilio di uomini del territorio, sistemati al posto giusto, con la complicità di una certa politica poco accorta e grazie all’ars oratoria di Agen si è riusciti ad impoverire tanto Comiso che, sommerso dai debiti, alla fine ha dovuto cedere anche le ultime quote cercando di camuffare la debacle con un fantomatico progetto di fusione.
Saremmo felici di sbagliarci come dice ancora l’on Campo: “ci piacerebbe infatti che Comiso diventasse a tutti gli effetti il terzo aeroporto più importante della Sicilia”.
Ma abbiamo paura che questo non possa accadere perchè se lo avessero voluto davvero c’erano tutti i presupposti per farlo anche prima, anzi!!
Sappiamo inoltre che è a buon punto la procedura di privatizzazione della SAC e ciò non produce altro che incertezze sul futuro stesso dei due aeroporti. Forse, però, la situazione che si è venuta a creare con le nuove camere di commercio potrebbe rallentare questo processo se non addirittura bloccarlo del tutto. Infatti non riusciamo a capire quale è l’interesse del territorio a privarsi di una struttura cosi importante, fra le pochissime che non vadano in perdita.
Infine sappiamo che la Camera del Sud-Est, oggi formalmente decaduta, controllava i 5/8 della dell’aeroporto di Catania, ma chi ci garantisce che a Ragusa e Siracusa verranno restituite le loro 2 quote ? E comunque è possibile che non ci sia più la maggioranza favorevole alla privatizzazione?