Ma chi se ne strafrega ?
Probabilmente, avendo una certa età, non riesco più a comprendere i segni che provengono dal futuro e mi arrocco sulle posizioni tradizionali delle mie basi culturali. Parlo ad esempio dell’immagine di una città. Ragusa naturalmente, che nel suo cuore, una volta pulsante, la Via Roma, avrebbe bisogno di un restyling permanente, di un modo nuovo di presentarsi al fruitore sia esso indigeno o forestiero. Se ne parla da anni, da quando si decise di pedonalizzarla del tutto ma su di essa si è abbattuta anche la scure dei centri commerciali e delle vendite on line. Occorre dunque un nuovo modo di vivere quella strada. Pensavo che, con tutti i professionisti dei quali la giunta Cassì si avvale, dopo 3 anni di intenso lavoro, sarebbe venuta fuori almeno una, una ripeto, idea originale o brillante e legata al significato che ha la via principale di una città. Premetto, ancora, che da sempre ho manifestato sconcerto per l’uso di gazebi bianchi nelle piazze e nei siti barocchi pregando i responsabili amministrativi di astenersi da queste pratiche, Ma evidentemente abbiamo 2 anime diverse. Mentre aborro, appunto, queste istallazioni da accampamento dei sioux, dichiaro di voler bene a Ciccio Barone quando si muove nei limiti della decenza amministrativa e non è affetto dalla sindrome dell’evento che in lui produce gli stessi sintomi dell’ebrezza alcolica.
Infatti, davanti alla possibilità di fare spettacolo, di qualunque genere, memore dei suoi trascorsi musicali, lui non resiste e dimentica in quale contesto opera e quale è la sua responsabilità da assessore e non considera gli annessi e connessi. In questa settimana, poi, è andato completamente nel pallone. Prima di tutto con l’attrice che si è sposata in un’altra cittadina, come è scritto e riscritto in tutti i giornali, e poi è venuta a Donnafugata per il banchetto nunziale. Se quelli della compagnia Godot, che da anni sono protagonisti al castello, avessero dovuto spostare solo un ramo da qua a la, avrebbero come minimo denunciati passibili di immediati provvedimenti restrittivi ma, per i Vip, che Ciccio ama, non ci sono limiti. Luci al neon ed istallazioni sui monumenti, tavolate lunghe lunghe tanta gente libera di scorrazzare per il parco. Pensate anche alle persone che hanno lavorato extra time al castello, i funzionari dell’assessorato costretti alla presenza e poi invitati solo per l’aperitivo, i Vigili Urbani che fino alle 3 di notte erano li a dirigere il traffico e poi la musica a tutto volume, fuori contesto, fino all’alba.. Tutto questo passa in secondo ordine citando, a sola e unica giustificazione, la parola magica “promozione”. Sulla questione un noto uomo di spettacolo modicano in un post su face book ha scritto: Chi se ne frega!
Ma torniamo alla via Roma. Sempre con i sintomi dell’overdose mediatica è stato concesso, non sappiamo bene a chi, l’utilizzo del salotto buono della città per una sfilata di moda multi purpose cioè buona per tutte le età e le stagioni. Non entro nel merito del contenuto della manifestazione, delle maison e delle mannequin, ma mi permetto di contestare la location. Credo che quella offerta ieri sia stata un’immagine poco edificante della città. Se la passerella con gli spettatori, ben selezionati tra gli amici, poteva essere appena accettabile, il resto è apparso a dir poco vergognoso. Infatti nessuno degli organizzatori ha considerato che il “dietro le quinte” era tutto “a vista” con allestimenti precari e poco dignitosi. Alcune transenne da circo tenevano divise, pochi centimetri per la verità, le ragazze che sfilavano dal pubblico escluso dalla manifestazione che si accalcava per carpire qualche immagine.
Al centro della via Roma troneggiava un grande gazebo nel quale, senza nessuna precauzione sanitaria, le indossatrici si avvicendavano per cambiare gli abiti per poi mettersi in una fila indiana, molto compatta, e quindi andare sulla passerella. La foto parla da sola. Ebbene: volete fare della via Roma una location per la presentazione di abiti di grandi stilisti? Avete scelto questa destinazione? Giusto ma organizzatevi di conseguenza con spazi al servizio della manifestazione al chiuso, adeguatamente spaziosi, puliti e non aperti alla vista dei passanti. Ecco perchè dico che c’è sempre il rischio di uno shock per overdose da spettacolo. Chi amministra non pensa eppure deve prevedere anche questo. Non può bastare la chimera dei grandi nomi che promettono di aprire i loro shop in via Roma. Anche in questo caso dobbiamo dire : E chi se ne frega!!